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Prosegue la lunga anomalia climatica calda anche nella prima metà del mese di agosto. Un tale surplus di energia lo notiamo non solo dalle temperature estreme rilevate nelle nostre città negli ultimi giorni ma anche, se non di più, dalle temperature del Mar Mediterraneo. Da settimane non c'è più un solo settore che non sia sopra media, dallo stretto di Gibilterra fino alle isole greche. La situazione peggiore è quella attorno all'Italia, dove in alcuni casi siamo fino a 8°C superiori alla media trentennale 1982-2011. 

Nella giornata di venerdì 16 agosto, ad esempio, sono rari i valori sotto ai 28°C, mentre più diffusi sono quelli compresi tra 29 e 30°C. Liguria, Tirreno centro meridionale e medio alto Adriatico sono i settori con i valori più elevati. La normalità vorrebbe per questo periodo dell'anno temperature superficiali non oltre i 22/24°C quindi siamo dai 3 agli 8°C sopra media.

Questo caldo anomalo non è responsabile solo di bagni non rinfrescanti ma anche del proliferare delle alghe e delle relative mucillagini, un problema che si è presentato diffusamente lungo le coste adriatiche. Il problema più grave è forse un altro, specialmente in prospettiva autunnale: un mare molto caldo significa tanto vapore a disposizione per i temporali che prima o poi popoleranno i mari; tanta energia significa rischio di eventi violenti e, potenzialmente, distruttivi. Ecco perché mari caldi e temporali violenti sono, molto spesso, due elementi collegati tra loro.

Un meccanismo da conoscere
Quando la temperatura del mare è molto alta, l'acqua superficiale evapora più rapidamente. L'evaporazione aggiunge una grande quantità di umidità all'aria sovrastante, arricchendola di vapore acqueo. L'aria calda e umida è più leggera e tende a salire. Se l'atmosfera è già instabile, cioè se c'è un forte gradiente di temperatura con l'altitudine (l'aria diventa più fredda più velocemente con l'altezza), l'aria calda e umida tenderà a sollevarsi rapidamente, causando un'ulteriore destabilizzazione dell'atmosfera, dando una sorta di “boost” alle nubi temporalesche, che proprio così si formano: quando l'aria umida sale, si raffredda e il vapore acqueo inizia a condensare, formando nubi. Se la quantità di umidità è molto alta, le nubi possono diventare molto grandi e spesse, accumulando grandi quantità di energia. 

L'energia accumulata nelle nubi temporalesche, alimentata dall'aria calda e umida che continua a salire dal mare caldo, può portare a temporali molto intensi, in movimento dal mare verso l'entroterra. Non a caso, molte delle alluvioni degli scorsi anni sono seguite a periodi particolarmente caldi, con molta umidità (energia) a disposizione delle nubi temporalesche. 

Mar Mediterraneo troppo caldo, lo studio di Nature
La prestigiosa rivista scientifica Nature ha pubblicato un interessante studio sui fenomeni estremi nel bacino del Mar Mediterraneo e la loro correlazioni con la temperatura superficiale delle acque. Lo studio, condotto da illustrissimi autori, come Mario Marcello Miglietta, Jordi Mazon, Vincenzo Motola e Antonello Pasini, ha messo in evidenza come il nostro Mediterraneo, diventando sempre più caldo, sia sempre più avvezzo a fenomeni violenti, che un tempo avevano tempi medi di ritorno decennali, se non addirittura secolari. E’ la loro intensità è destinata ad aumentare in modo più rapido una volta superato un certo valore di temperatura, con inevitabili ripercussioni sui nostri territori.

Per leggere l'articolo è possibile cliccare su questo link: https://www.nature.com/articles/s41598-017-13170-0
Buona lettura!

 

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