Finalmente la lunga brutta storia dell'assenza di pediatra sulla montagna pistoiese è destinata a finire. Entrerà in servizio a inizio marzo, infatti, la nuova pediatra di famiglia che assisterà i piccoli pazienti di Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio. Si chiama Leila Capuzzo, ha 56 anni ed è originaria di Pescia. La sua entrata in servizio non è immediata: sarà a marzo perché -come prevede il contratto dei pediatra di famiglia- devono passare 90 giorni dalla nomina all'effettivo inizio del servizio.
La situazione della pediatra sulla montagna pistoiese era arrivata anche in consiglio regionale, dove è stato sollecitato alla Asl Toscana Centro un bando pubblico sperimentale per reclutare pediatri specifico per le aree interne. Un bando straordinario, che è riuscito a trovare in tempi relativamente brevi una soluzione che i bandi ordinari non erano riusciti a proporre. Non è escluso che questa graduatoria specifica per le aree interne possa essere replicata anche in altre zone rurali dove, purtroppo, dottori o professionisti della sanità latitano.
Adesso ai residente delle aree rurali e montane dei due comuni interessati occorrerà, ancora una volta, armarsi di pazienza ed attendere l'inverno per poter contare sul servizio pediatrico. Fino ad allora, sarà necessario servirsi dai professionisti con gli studi a valle. Sarà, comunque, l'ultima volta che i residente di questi comuni si troveranno a fronteggiare disagi simili.
«Finalmente una bella notizia – ha detto il sindaco di San Marcello Piteglio Luca Marmo –. Dopo mesi di confronti con la Asl, finalmente arriva il nuovo medico pediatra a partire da inizio marzo. Una scelta, quella della dottoressa, volontaria e di grande sensibilità. Quelli che viviamo sono tempi complicati per l'organizzazione sanitaria. Bisognerà continuare a lavorare sui meccanismi che possano incentivare i medici ad operare nelle zone montane. C'è un grande tema, tutto di cultura e di sensibilità, che deve legare le prestazioni dei professionisti al valore della Montagna e alla necessità di mantenere attivi i servizi quali presidi fondamentali per garantire la presenza delle persone sul territorio».
Infine, una piccola riflessione anche da parte nostra: inizialmente avevamo letto sbigottiti la comunicazione dei mesi scorsi che centinaia di bambini della montagna sarebbero rimasti senza pediatra, con tutti i rischi di depauperamento di servizi per i residenti della zona. Abbiamo seguito la vicenda passo passo e, con oggettiva soddisfazione, abbiamo notato che questo grande problema delle aree rurali è stato preso di petto dalle istituzioni e della Asl, che dopo qualche momento di indecisione ha provveduto in tempi brevi a trovare una soluzione, arrivando fino al consiglio regionale.
Si doveva arrivare a questo punto? No, probabilmente la soluzione doveva essere trovata ancora prima che la mancanza del pediatra in un'area così grande diventasse realtà. Comunque, nonostante una lunga serie di disagi che andranno avanti fino a marzo, una soluzione è stata trovata. Allora, forse, non tutto è perso per queste zone. Il rilancio è ancora non solo possibile, ma probabile.