Anche se le attuali politiche sul clima riuscissero a contenere l'aumento della temperatura globale a 3°gradi centigradi, la mortalità causata dalle variazioni di temperatura comunque continuerebbe ad aumentare, e non di poco. Senza ulteriori misure di adattamento, entro la fine del secolo si potrebbero registrare 55mila decessi ogni anno a causa del caldo nella sola Europa.
Questo è quanto emerge da uno studio paneuropeo pubblicata su The Lancet, condotta dal Centro comune di ricerca (Joint Research Centre) della Commissione europea. L'agenzia opera attraverso 7 istituti di ricerca situati in 5 Stati membri, tra cui Italia, Germania, Belgio, Spagna e Paesi Bassi. Un incremento della mortalità del 13,5% in soli 75 anni evidenzia come ritardare le azioni per il clima comporti un costo significativo non solo in termini economici ma anche di vite umane. E che dobbiamo fare presto a trovare una soluzione per poter combattere le ondate di caldo estremo, soprattutto in Italia.
Lo studio, in lingua inglese, è consultabile liberamente a questo indirizzo: https://www.thelancet.com/journals/lanpub/article/PIIS2468-2667(24)00179-8/fulltext
Il freddo è ancora più pericoloso
Lo studio evidenza come le morti per le temperature troppo rigide superino ancora quelli per troppo caldo. Presto, però, questo divario potrebbe ridursi di molto, specialmente nel sud Europa, Italia compresa. I risultati dello studio, infatti, mostrano una disparità nella mortalità associata alla temperatura in tutta Europa, sia freddo che calda. Un sintomo, questo, che il clima si sta estremizzando in tutti i senti.
I decessi causati dal freddo si verificano attualmente 2,5 volte più spesso nell'Europa orientale rispetto a quella occidentale, mentre i decessi legati al caldo sono oltre sei volte più frequenti nelle regioni meridionali del continente. Le morti dal caldo, insomma, stanno aumentando molto più velocemente dei morti di freddo.
Con il progredire del riscaldamento globale, le proiezioni indicano un forte aumento delle morti causate dal caldo: con un incremento della temperatura di 4 gradi centigradi, il rapporto tra le morti causate dal caldo e dal freddo calerebbe, diventando addirittura di 1 a 2,6
La situazione europea
Lo studio analizza l'attuale e futura mortalità in eccesso legata alle variazioni di temperatura in 1.368 regioni europee di 30 paesi, inclusi i 27 Stati membri dell'UE, Norvegia, Svizzera e Regno Unito, tenendo conto di fattori come l'età, la vulnerabilità socioeconomica e ambientale. Nell'ultima fase statistica di cui abbiamo dati completi, quella tra il 1991 e il 2020, circa 407.000 persone sono morte ogni anno in Europa a causa di temperature estreme: 363.500 per il freddo e 43.700 per il caldo.
In uno scenario di riscaldamento di 3°C (purtroppo molto vicino con gli attuali trend di crescita termica), la mortalità legata al caldo potrebbe triplicarsi, colpendo in particolare l'Europa meridionale. In Grecia, i decessi annuali potrebbero aumentare da 1.730 a 4.767, in Francia da 3.061 a 13.564, in Italia da 10.433 a 28.285, e in Spagna da 4.414 a 20.194.
Complessivamente, con un riscaldamento di 3°C, l'Europa potrebbe vedere un incremento di 14,9 decessi ogni 100.000 persone entro il 2100, con notevoli differenze tra le regioni: da una riduzione di 29 decessi in Lettonia a un aumento di 95 a Malta.
L'Italia è tra le più “inguaiate” per il caldo anomalo
Entro il 2050, lo studio prevede che le aree più colpite dal cambiamento climatico in Europa saranno concentrate principalmente nel sud, specialmente in Spagna, Italia, Grecia e parte della Francia. L'Italia, non così distante dal continente africano dal quale sta ereditando il clima, sta già sperimentando estati con ondate di calore estremo per lunghi periodi: già adesso, nelle zone di pianura, non è raro imbattersi a serie di temperature massime oltre i 35 gradi anche per 20-30 giorni consecutivi.
Anche l'Europa orientale sperimenterà un significativo riscaldamento, ma con una riduzione complessiva della mortalità, specialmente per l'aumento delle temperature che mitigherà gli inverni. Nel nord Europa, le estati saranno più calde ma non letali, anche se l'invecchiamento della popolazione aumenterà la vulnerabilità al caldo estremo. Questi dati sono fondamentali per aiutare i responsabili politici e le autorità a pianificare interventi mirati a contrastare le sfide che minacciano i sistemi sanitari, soprattutto durante periodi di temperature estreme, ponendo l'accento sulle aree e sulle persone più vulnerabili.