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Dal video di Metropoli Rurali Alto Reno.
F.S.: «L'Emilia Romagna ha investito molto sulla montagna, e per portare nuove persone a risiedere sulla montagna appenninica della regione (riferimento ai bandi degli anni scorsi Fino a 30mila euro a fondo perduto per acquistare casa in montagna ndr). La Regione Toscana avrà una situazione simile nelle prossime nei prossimi anni?»
Presidente Giani: «Io l'ho prospettato in campagna elettorale, poi naturalmente siamo stati frenati dalla Covid perché anche le risorse che la Regione Toscana ha, voi sapete, sono state tutte concentrate nel far fronte alla pandemia dove lo Stato ci ha parzialmente aiutato ma molto ha gravato sui bilanci regionali. Questo ha significato gli l'assunzione del personale, l'organizzazione del volontariato, la capacità di risposta a quello che è stato un fatto pandemico senza precedenti. Ma nell'arco di questa legislatura, nei prossimi due o tre anni, faremo una legge che cercherà di incentivare l'acquisto delle case e la residenza dei giovani nei paesi di montagna perché riteniamo che la Toscana diffusa, la Toscana non solo le città ma la Toscana dei piccoli borghi di montagna, la Toscana delle case diffuse, che hanno più necessità di servizi per costituire presidio nel territorio, sia qualcosa di molto importante».
F.S.: «Anche perché, presidente, il sistema città ha mostrato i suoi limiti li dimostra spesso anche durante questa fase pandemica...»
Presidente Giani: «Proprio la pandemia ci dimostra che noi dobbiamo considerare il valore sociale e civile del fatto che la densità abitativa non concentri tutte le persone in spazi, che poi magari sono nelle valli e creano inquinamento e creano una concentrazione che è deleteria sul piano del traffico, sul piano della qualità della vita. Quindi misure di incentivo a mantenere i presidi che spesso sono in corso di spopolamento è un obiettivo prioritario per la Regione Toscana».
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Intervista al sindaco di San Marcello Piteglio Luca Marmo all'indomani dell'arresto del dottor Calvani che tra le altre cose ha lasciato senza medico di famiglia circa 1500 persone residenti nell'area.
Popolazione che si ritrova di nuovo alle prese con un problema sanitario, questa volta il Dottore è mancato per un problema giudiziario molto grosso un dottore No-vax e la Procura sta facendo il suo corso. Sul territorio però rimane il problema di 1.500 pazienti che dall'oggi al domani si sono ritrovati e si ritroveranno senza dottore di base.
«Si questo purtroppo dal punto di vista sociale rischia di essere l'effetto collaterale più grave di questa situazione. Io nella giornata di ieri mi sono a caldo sentito con l'Azienda Asl, mi piace passare il messaggio ai cittadini che siamo diciamo in stretta connessione con l'azienda in questo momento per cercare il più rapidamente possibile di trovare una soluzione, sappiamo molto bene anche per le esperienze pregresse che quando si tratta di medici che debbano prestare il proprio servizio in un territorio come questo, il percorso sarà sicuramente complicato e difficile, però ripeto stiamo già facendo le prime valutazioni. Ci auspichiamo che l'azienda riesca a mettere in campo rapidamente almeno una soluzione tampone di accompagnamento e poi saranno messe in campo come succede in queste situazioni, le procedure quelle definitive che possano condurre questo territorio a ripristinare un servizio all'altezza delle esigenze dei cittadini.»
In tutto questo le leve di un sindaco sì ci sono però alla fine la gestione dei dottori e dei medici non passa dalle mani di un sindaco non di un presidente di provincia.
«Purtroppo no. Diciamo che il sindaco è vero che è autorità sanitaria locale sul proprio territorio ma non ha in mano le leve operative che attengono alla gestione del sistema sanitario. Quello che possiamo svolgere e che sicuramente svolgeremo e che svolgerò è un'azione di presidio forte all'indirizzo dell'azienda perché il più rapidamente possibile percorrendo le soluzioni di norma sia divenga altrettanto rapidamente a una soluzione.»
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Intervista ad Andrea Formento, presidente di Federfuni Italia, ascoltato da Metropoli Rurali Alto Reno alla vigilia dell'inizio della stagione turistica invernale 2021/2022.
Formento, la stagione turistica ad Abetone Cutigliano è alle porte e ormai si aspetta solamente la neve. Manca paradossalmente forza lavoro. É così?
«Sì sembrerebbe un assurdo in un momento come questo, ma è un momento di estrema difficoltà. Da un punto di vista economico c'è la carenza di offerta rispetto a una domanda, quella turistica che è abbastanza numericamente forte. L'assunzione stagionale nel settore turismo potrebbe essere una risposta temporanea per coloro che in questo momento hanno difficoltà, che magari sono stati assunti o dipendenti di aziende che hanno chiuso. Per cui potrebbe essere un modo per poter avere un aiuto e dall'altra parte naturalmente aiuterebbe le nostre imprese perché avremmo completato tutto il nostro organigramma che oggi è ancora carente di diverse persone, sia di qualità che persone anche per i lavori più semplice, senza bisogno di titolarità particolari, se non quella che è la caratteristica regina del lavoro: la voglia. Pertanto siamo disponibili, i nostri stipendi sono stipendi diciamo buoni perché si va a 1300 ai 1600 euro al mese con tutto quello che riguarda tredicesima quattordicesima, trattamento di fine rapporto che viene erogato a fine del contratto per cui è praticamente una mesata in più. Il nostro è un invito a chi avesse necessità di trovare una risposta da un punto di vista lavorativo di rivolgersi alle strutture dell'Appennino, sia quello toscano che quello emiliano perché potrebbero avere delle risposte positive per le loro aspettative».
Secondo lei la Montagna Pistoiese, Abetone, Cutigliano ma anche andando un po' più verso valle come San Marcello: parliamo di territori pronti ad accogliere forza lavoro anche fuori dalla mera stagione turistica o forse a questi livelli ancora non siamo arrivati?
«Noi crediamo che nel futuro ci possa essere anche da questo punto di vista una risposta positiva alle istanze che provengono appunto dai cittadini che continuano ad abitare la montagna. Anzi, vorremmo vedere che attraverso l'offerta di lavoro la popolazione possa ritornare ad aumentare. Nel corso degli ultimi decenni la popolazione in montagna è diminuita ma è diminuita soprattutto proprio per le necessità di ricercare lavoro lavoro fisso lavoro a tempo indeterminato. Noi crediamo che con una serie di progetti che possano essere portati avanti con i fondi del Pnrr, la montagna possa ritornare a essere attraente anche come capacità di assorbimento di forza lavoro. Questo sarebbe molto importante perché, ripeto, vorrebbe dire far ritornare le persone a vivere in montagna a presidiare la montagna a rendere vita anche a quei paesi che oggi soffrono e dove ci sono attività commerciali necessarie per coloro che vi vivono. Luoghi che tramite il ritorno delle persone in questi paesi invece potrebbero trovare anch'esse delle risposte positive».
Occorre comunque sempre non dimenticare la questione dei servizi. Ci sono tante zone della montagna che non sono servite e questo lo abbiamo visto ad esempio col caso del dottore che per giorni è mancato. Anche questo può essere un aspetto che spaventa le persone eventualmente interessate a venire qui in montagna?
«Qui si tratta di fare delle scelte le scelte le deve fare principalmente il governo ma anche la Regione. Credere o non credere nelle possibilità che ha la montagna di poter continuare a offrire lavoro e a offrire opportunità di vivere anche in una maniera un pochino diversa, forse migliore, rispetto a vivere in città e da questo punto di vista diventa essenziale fornire i servizi che sono necessari alle persone che sono ai minimi servizi la sanità è uno di questi. Non si può pensare di progettare il ritorno in montagna delle persone senza poterle dare l'assistenza sanitaria necessaria per cui il Dottore, ma non solo il dottore: la battaglia sull'ospedale San Marcello è una battaglia che deve essere primaria per tutto il territorio che deve essere condivisa anche dalla Regione: il servizio è un investimento e territori come quelli montani che è necessario per far sì che le persone possano scegliere di rimanere in montagna. Naturalmente è un costo ma non possiamo però sempre continuare a ragionare in termini numerici. Non è il numero della popolazione che deve decidere i servizi che vengono messi a disposizione ma deve essere un aggiornamento complesso che deve riguardare anche la situazione ambientale, la situazione delle distanze dagli ospedali, la situazione che invita o fa sì che le persone decidano di mantenere la propria attività o il proprio la propria residenza in posti dove ci sono servizi efficienti. Come abbiamo visto, i numeri ci sono per dimostrare questo. L'Alto Adige è una montagna per esempio è una regione dove la montagna non viene abbandonata ma, perché? Perché lì continuano ad esserci i servizi necessari per far sì che le persone continuino a vivere lì per cui sanità in primis ma anche viabilità naturalmente, che è il secondo aspetto importante. E poi tutta una serie anche di servizi culturali e di servizi sportivi sociali che consentano alle persone di poter scegliere liberamente di continuare a vivere in montagna».
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MR: Intervista a tutto tondo al sindaco di San Marcello Piteglio nonché presidente della Provincia di Pistoia Luca Marmo.
Le domande di MetropoliRurali.com al Sindaco hanno toccato tutte le dinamiche del territorio da lui amministrato dagli incentivi per chi si stabilisce in montagna ai lavori sulle strade e ai progetti futuri di collegamento anche con la Regione Emilia Romagna. Il nostro approfondimento parte dal concetto di “metropoli della montagna”, coniato dallo stesso Marmo, come lui stesso spiega:
Marmo: «Questo concetto si può declinare in mille terminologie: la metropoli della montagna è una, montagna metropolitana è un'altra, ci sono altre declinazioni che rappresentano un concetto e cioè, nel dettaglio, il fatto che noi sostanzialmente bisogna uscire anche ragionevolmente per la traiettoria che sta prendendo il mondo se non ci vogliamo far trovare impreparati da un concetto di comunità che è sostanzialmente concepita come l'aggregazione di tanti piccoli concentrati urbani, che sono in qualche maniera autonomi, se stessi a un'idea di città diffusa di montagna diffusa di luogo dove si aggregano servizi ma dove tutti i servizi non sono concentrati nello stesso punto ma solo sparpagliati sul territorio in logica multipolare.
Ma questo è un po il concetto di montagna metropolitana che in questa parte di montagna si declina anche in modo molto più preciso. Perché davvero la Montagna Pistoiese è incorniciato fra due aree metropolitane estremamente importanti e cioè da un lato l'area metropolitana di Bologna. Dall'altra parte l'area metropolitana della città di Firenze e quindi quello che ci sta in mezzo è un valore che si porta dietro i propri portati ambientali il proprio valore di natura di valorizzazione del patrimonio naturalistico e del patrimonio turistico che c'è e che è incorniciato diciamo fra due realtà che sono anche connotate e caratterizzate dalla presenza di quantità di concentrazione importanti di persone residenti.
MR: Questa sensibilità che in montagna avete manifestato con il concetto di montagna rurale è già presente nelle città dell'Emilia Romagna o di Firenze Prato e Pistoia oppure è prematuro?
Marmo: «É ancora prematuro ma io credo che questo concetto in qualche maniera sia già fra noi. Poi ci sono aree periferiche e montane che per la loro collocazione geografica già in quel concetto ci stanno perfettamente anche sul piano della relazione che intrattengono con i territori limitrofi ce ne sono altri che magari fanno un po più fatica a riconoscersi. Ma io credo che la traiettoria che la storia ha preso da un certo a un certo momento a questa parte ora ci siamo pienamente immersi dentro ci porta esattamente in quella direzione cioè leggere le aree interne come una propaggine delle aree metropolitane classicamente intese dove queste aree si integrano perfettamente l'uno dell'altra perché le une portano valore all'altro».
MR: La questione viaria purtroppo va avanti a più riprese da diversi anni con diversi connotati, perché per avere le persone in montagna per avere le aziende avere un'economia fiorente servono le strade e quindi da questo punto di vista ci sono delle novità per quanto riguarda i collegamenti anche fra le due regioni oppure no?
Marmo: «Devo dire per onestà che come dire sono diversi anni che si parla del tema di un maggiore innevamento e di una maggiore funzionalità della viabilità che transita dalla montagna toscana la montagna emiliana e viceversa. Nel contesto di questa onestà che ho premesso nel mio ragionamento, mi sentirei di dire che i tempi che viviamo in questo momento forse non sono i migliori per immaginare grandi traiettorie. Però diciamoci anche che si aprono delle prospettive. Nel senso che si apre per noi una fase che sarà caratterizzata da finanziamenti importanti piano nazionale difesa e resilienza. Sto immaginando ovviamente il prossimo settennato di pianificazione europea e quindi diciamoci anche con franchezza che il momento di volare alto è ora al di là della maggiore o minore realizzabilità di determinate opere particolarmente ambiziose.
A latere di questo ragionamento, ci sono segmenti intermedi che comunque al netto del tempo ci vorrà di quello che realisticamente si farà in termini di robusti segmenti viari importanti aprono comunque a prospettive che secondo me sono ampiamente realizzabili. Per esempio pare tornare di attualità in questo momento il tema della fonte il signorino che è certamente un asse viario importante che forse non risolve tutti i problemi della viabilità montana. Anzi certamente non li risolve tutti però crea una interconnessione robusta che è contemporaneamente in direzione Pistoia Firenze e in direzione Bologna.
Quindi questo è sicuramente l'aspetto importante senza trascurare il fatto che un ulteriore asse viario che porta in quella direzione costituisce comunque un'occasione importante di snellimento del traffico viario sulle dorsali che in questo momento utilizziamo sistematicamente».
MR: E sempre nell'ottica di questi finanziamenti, potrebbero esserci anche delle novità per quanto riguarda il settore turistico invernale e anche estivo, magari non direttamente sul territorio di San Marcello Piteglio, però lei è anche presidente di Provincia quindi è interessato alla montagna tutta...
Marmo: «Assolutamente sì. Credo che la fase che si apre di fronte a noi sia la fase di sfida, come sa bene chi è abituato a fare attività amministrativa da diversi anni come il sottoscritto come tanti altri che si dedicano alla vita pubblica, notoriamente quando passano le occasioni la vita è quella di farsi trovare pronti con le progettazioni e di saper incrociare i fabbisogni di un territorio con quelle che realisticamente sono le occasioni che si palesano di fronte a noi. Quindi questa è la grande sfida che abbiamo davanti e l'occasione è anche utile per socializzare con chi ci ascolta.
Che proprio in queste ultime settimane negli ultimi mesi abbiamo avviato in provincia di Pistoia e la Montagna Pistoiese ovviamente è dentro a questo percorso un processo molto ambizioso che guarda esattamente agli strumenti di finanziamento del Piano nazionale difesa e resilienza e a quello che verrà.
Lo dico anche perché sappiamo che storicamente non ci sono solo le occasioni che ora. Determinano momenti particolarmente promettenti ma ci sono anche occasioni più classiche e quindi la presenza di tassi di finanziamento che periodicamente ci vengono sottoposti dallo Stato piuttosto che dalla Regione. Quindi è importantissimo sviluppare una visione strategica che sia coordinata sul territorio e che sia nella condizione di captare quelle risorse. E quindi dicevo abbiamo recentemente avviato un percorso molto ambizioso che vede la partecipazione di tutti gli stakeholder della provincia di Pistoia. Queste cose intendo mondo pubblico e mondo privato l'intendimento di condividere una serie di principi e una serie di indirizzi di natura prettamente strategica che siano però declinati su una progettualità puntuale che punta allo sviluppo del territorio pistoiese. L'obiettivo di questo percorso è arrivare nello spazio di due tre mesi a elaborare un documento strategico preliminare che conterrà le linee fondamentali d'indirizzo e anche un pensiero diciamo il più delineato possibile sul fabbisogno di grandi infrastrutture di questo territorio e dall'altra parte diciamo si sforza di combinare in un mix il più virtuoso possibile in logica di sviluppo di questo territorio quello che sta emergendo in termini di progettualità dai singoli Comuni e dal mondo privato. Nel tentativo poi di mettere in piedi un apparato tecnico che possa concentrare le proprie risorse a vantaggio di tutto il territorio per cogliere al massimo grado le opportunità che si determineranno a seguito di queste occasioni ci siamo detti».
MR: se mi posso permettere, direi che è un obiettivo estremamente ambizioso anche perché ci saranno tante volontà tante dinamiche da concordare e trovare una sintesi verso verso tutto cioè il lavoro degli amministratori sarà al limite dell'impossibile.
Marmo: «Al limite dell'impossibile spero di no. Sicuramente sarà un lavoro di coordinamento impegnativo. Mi piace anche dire che forse in provincia di Pistoia è la prima volta che parte un percorso così organico e così importante non che non ce ne siano stati altri in passato ma questo mi pare di leggere che forse è il più organico. Devo dire che è partito molto bene quindi sono anche fiducioso sugli esiti soprattutto perché quello che informa questo percorso in termini di sensibilità generale lo dico anche con un pizzico di orgoglio e il fatto che sta maturando la consapevolezza che se anche come dire la finestra in termini di occasione che si dovesse materializzare non fosse esattamente il Pnr. Quindi immaginiamo che non saremo sufficiente sufficientemente bravi per cogliere l'occasione. Comunque avere un piano degli investimenti coordinato e logica strategia di lungo periodo è un valore per la nostra comunità e perché sappiamo sapremo dove portare le macchine in logica di coerenza complessiva. E anche perché se questa non è l'occasione ce ne saranno sicuramente delle altre sulle quali potremo correre avendo gli strumenti per poterlo fare».
MR: In ambito un pochino più più piccolo a livello comunale, nei giorni scorsi il comune che amministra San Marcello Pitteglio ha avuto una novità importante. Un modo di incentivare anche le persone per venirsi a stabilire le famiglie per venirci a stabilire nel suo comune.
Marmo: «Se si tratta di un regolamento che abbiamo recentemente modificato e che in buona sostanza prevede un meccanismo di incentivazione per le famiglie di nuovo insediamento sul territorio del comune.
L'incentivo è modulato in maniera tale da determinare una doppia spinta da un lato all'indirizzo del proprietario per vincere le resistenze che a volte si accendono rispetto ad affittare la propria abitazione magari sfitte magari in cerca di qualcuno che la possa gestire e quindi questa componente dell'incentivo prevede la restituzione dell'equivalente dell'Imu al proprietario. Dall'altra parte c'è un meccanismo che incentiva fortemente la persona che viene da fuori a insediarsi sul territorio del comune e questo incentivo è modulato nella forma della restituzione della Tari e di un contributo una tantum che vale mille euro di default più ulteriori 1.000 euro per ogni figlio minorenne.
Questa cosa ovviamente ha un doppio obiettivo da un lato quello di. Promuovere un messaggio della Montagna Pistoiese come il luogo dove si vive bene dove si può lavorare facendo uso delle nuove tecnologie e dove il livello medio della qualità della vita è anche più alto rispetto a chi vive in dimensioni a più alta concentrazione urbana.
Dall'altra parte c'è anche la volontà di tenere in piedi determinate componenti di servizio. In questo momento sto pensando prevalentemente alle scuole che in esito a fenomeni che sono caratteristici di questa montagna ma di tutte le montagne d'Italia sono caratterizzate da un decremento delle nascite e quindi da una popolazione scolastica che diventa sempre meno numericamente con quello che ne consegue in termini di capacità di tenuta delle classi e delle scuole.
Quindi io immagino questa fase come una fase di transizione dove c'è bisogno di tenere anche sul piano dei servizi. Quindi la concediamo anche come una misura ritenuta in attesa che come dire le politiche che stiamo mettendo in piedi possano produrre in positivo un progressivo ripopolamento dei nostri territori. E devo dire che questa misura fa perfettamente il paio con altre misure che abbiamo varato negli anni scorsi quelle più orientate al mondo dell'impresa e cioè anche in quel caso la restituzione della Tari per le imprese che operano nelle frazioni al di sotto dei 500 abitanti. In modo particolare le imprese commerciali.
Questo nella consapevolezza che laddove magari nella piccola frazione chiude l'ultimo esercizio che fornisce generi alimentari piuttosto che il bar quello è tipicamente il punto di rottura della comunità ma anche ulteriori misure che si aggiungono a questa che prevedono per esempio la restituzione della Tari e dell'Imu per le imprese di nuova istituzione che si radica sul territorio e che operano all'interno di uno spazio di proprietà.
Questo è un ulteriore incentivo che abbiamo messo in piedi negli ultimi anni e che rimane attivo sul territorio del comune quindi ci auspichiamo che nel. Nella consapevolezza che le leve in mano al Comune non sono pienamente risolutive. P
ora speriamo che questo messaggio positivo di tenuta ma anche di speranza verso il futuro possa passare e combinarsi con un meccanismo che è già nelle cose e che leggiamo nei dati demografici e cioè che il saldo migratorio è da qualche anno già fortemente positivo quindi questo vuol dire che sono più le persone che entrano nel comune di San Marcello Piteglio che non che quelle quelle che escono. Poi il saldo naturale che il rapporto fra quelli che nascono e quelli che muoiono per effetto della struttura demografica della popolazione ovviamente porta via anche l'esito del saldo migratorio. Però quel micro segnale lì dentro io ce lo leggo e va accompagnato questo è il senso di questa politica che facciamo».
MR: Lei come amministratore di un Comune ha fatto tutto ciò che è che sarà in suo potere per incentivare la Regione a strumenti e portafogli estremamente più elevati per dare incentivi alle eventuali incentivi alla popolazione. Noi da osservatori esterni non abbiamo a suo tempo potuto fare a meno di notare la differenza che c'è stata tra l'Emilia Romagna che ha investito milioni di euro sulle politiche della montagna e la Regione Toscana che per il momento non ha fatto altrettanto. É vero, c'è stato il Covid e tante altre cose più importanti e più urgenti a cui pensare. Però questa anomalia sta sta rimanendo...
Marmo: «Sì condivido. La Regione Toscana ha dato un segnale molto importante che condivido e per il momento è un segnale di attenzione forte alle aree montane. Penso all'istituzione recente di una commissione consiliare dedicata sul tema delle aree interne penso alla recente istituzione che sembra una sciocchezza ma importante secondo me della costituzione di un apparato all'interno della Regione Toscana che si occupa specificatamente dei problemi delle montagne si chiama nucleo direzionale della montagna è istituito direttamente sotto la presidenza è un gruppo di tecnici che si occupano di declinare le politiche in direzione della montagna. Peraltro con quel nucleo e con la sua direzione mi capita di collaborare di collaborare da coordinatore delle politiche della montagna di Anci e devo dire che si stanno prospettando ragionamenti anche interessanti soprattutto nella direzione dello sviluppo di progettualità che guardano per esempio al tema di come si lega il territorio della piana o quello della montagna per esempio attraverso lo sviluppo dei cosiddetti servizi eco sistemici cioè c'è un tema di come teniamo uniti gli interessi della montagna della piana e il modo per tenerli uniti è quello di valorizzare i servizi che la montagna dà a beneficio di tutti e quindi l'area pulita la fornitura dell'acqua l'energia eccetera eccetera e quindi forse dico una cosa grossa politicamente ma non mi vergogno a dirlo.
Credo che ci sia un tema di come questi servizi si monetizzazione prevedendo dei piccoli extra costi a carico magari delle persone che vivono in aree più densamente urbane. Perché la garanzia di questi servizi ha bisogno qualche maniera di un presidio sulla montagna con quelle risorse. Il link montagna piana diventerebbe non soltanto più sostenibile economicamente ma anche culturalmente più forte più radicato. Dopodiché è vero che la Regione Emilia Romagna ha messo in campo quello strumento che mi sento di leggere come il padre di quello che noi piccolo abbiamo fatto via San Marcello Fidelio è uno strumento che ha prodotto un interesse importante mi risulta anche gli esiti di un bando che è andato piuttosto bene. Presidente Giani in quella direzione ha detto di voler andare ovviamente non dipende da me ma se potessi chiederglielo è chiaro che un'azione di questo tipo la sponsorizza può veramente».
MR: Un'ultima domanda: noi abbiamo parlato di molti argomenti estremamente interessanti spesso anche diciamo piuttosto alti. E poi arriviamo nel fine settimana, è vero che non è successo direttamente sul territorio di San Marcello, ma i disagi ci sono stati un po per tutti dove un semplice semaforo un cantiere, peraltro per una buona causa, perché è un cantiere che porta il metano in zone dove il metano fino adesso non c'era ha creato il caos sulla Montagna Pistoiese, rovinando la domenica sia le persone che abitano qui sulla montagna che a chi voleva venirsi venire qui a farsi una giornata in serenità. E lì come evitare queste piccolezze che però poi alla fine le persone percepiscono come un guaio grosso...
Marmo: «Problema piccolo ma mi sentirei di incorniciare il suo ragionamento in un quadro più ampio anche con un elemento di critica rispetto a come le cose sono andate negli ultimi anni no. Noi come usciamo da una fase in cui la grande attenzione al sistema della spesa pubblica ha alimentato da un lato sicuramente un valore aggiunto cioè quello della massima economia della massima razionalizzazione dei sistemi e dei servizi e quindi i grandi servizi organizzati progressivamente da un focus stretto sul territorio in termini prettamente organizzativi sono stati declinati in una logica più larga di sistema. Ripeto sicuramente un valore sul piano del potenziale di standardizzazione di economie di scala e quant'altro ma in questa fase della storia mi permetto di dire così. Insomma io sono portato anche ad accendere una riflessione che è condita ripreso anche da un elemento di critica e cioè il fatto che i grandi sistemi se se da un lato si portano dietro il valore che ci siamo appena detti dall'altra determinano dei meccanismi organizzativi fortemente decentrati che poi fanno perdere di vista le specificità del territorio. Ecco quindi non sono qui a dare la colpa a massa piuttosto che però leggo che probabilmente nella riflessione che ci ha portato negli ultimi anni nella direzione di grandi sistemi decentrati ne va sviluppata una probabilmente di natura puramente organizzativa che sia funzionale a ripristinare la periferia dei nodi intermedi che siano dotati di autonomia decisionale e di spesa che possano interloquire e leggere più direttamente i problemi anche minimi che ci sono sul territorio. Ora il tema del semaforo ovviamente è un tema apparentemente banale e uno ma ne vedo tanti altri qui in quella in quella direzione no. Penso all'organizzazione del sistema dei rifiuti anche quello che è andato a convergere verso un soggetto unico con tanti valori aggiunti ma dove molto spesso è difficile dare risposta al problema puntuale e specifico che si produce spesso in una realtà come questa è molto meno in una realtà di grandi dimensioni dove il servizio pensato in modo standardizzato è di per sé più più efficace. Lo stesso ragionamento vale per i servizi sanitari e avanti così come dico sempre io su tante altre specificità di servizio che negli ultimi anni hanno seguito questo percorso».
Mr: Sindaco, grazie del suo tempo e buon lavoro.
Marmo: «Grazie mille grazie a chi ci ascolta. E un messaggio positivo in direzione delle nostre montagne perché le montagne sono luoghi dove si vive bene dove la qualità della vita è alta dove mediamente ci sarà bisogno nei prossimi anni di investire ulteriormente in termini di viabilità ma non ci dimentichiamo anche che le connessioni sempre più si produrranno anche per via digitale. E gli investimenti che sono alle porte che arriveranno da questo punto di vista credo forniranno a chi volesse vivere in montagna degli strumenti ulteriori per poterci star bene e poter interloquire e interagire con la montagna metropolitana e con l'area metropolitana vera in modo fluido e ottimale anche rispetto all'esercizio della delle attività. Grazie mille».
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Il sindaco di Marliana Marco Traversari ci svela due importanti novità che coinvolgeranno il comune collinare e montano in provincia di Pistoia. Allo studio la realizzazione di un nido di infanzia e il via alla raccolta rifiuti porta a porta ibrida.
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MR – Sindaco Tomasi, Pistoia non è solo il centro storico; c'è anche la collina e la montagna. Cosa ha fatto l'amministrazione e cosa farà per mantenere alta la qualità della vita in queste zone più periferiche?
AT – «Gli obiettivi sono due: mantenere a livello numerico la popolazione che vive già nelle nostre aree montane e l'altro è quello di incentivare le persone, soprattutto i giovani, ad andarci ad abitare perché sono zone bellissime e la qualità della vita incredibile.
Abbiamo fatto molto come amministrazione.
Uno dei nostri obiettivi è migliorare la qualità dei servizi offerti al cittadino. Ad esempio, abbiamo esteso la zona servita dal metano a Baggio e nella Valle delle Bure: un grosso risparmio per chi ancora era costretto a usare pallet o gpl. Inoltre, stiamo progettando insieme a Toscana Energia un ulteriore implementazione del metano anche per Cireglio, Le Piastre per poi arrivare fino a Pracchia»
MR – E poi?
AT – «Abbiamo provveduto a realizare miglioramenti per 300mila euro alle infrastrutture di Orsigna, su tutte le fognatura, oltre ad aver riparato il ponte storico dell'Orsigna.
A Cireglio abbiamo fatto un efficientimento energetico con i fondi Kyoto della scuola, e così anche a Le Piastre. Oltre a questo, abbiamo aperto un nuovo servizio nido 0-3 anni proprio a Le Piastre, dove già era presenta una scuola 3-6 anni e dove, alla fine, si completa il ciclo con le scuole elementari a Cireglio.
Sempre a Cireglio abbiamo realizzato uan biblioteca biblioteca di periferia».
MR – Avete offerto qualche sconto sulle tariffe sulle zone di questa area?
AT – «Abbiamo provveduto a scontare la Tari in queste zone collinari, ma sappiamo che la vera partita si gioca sui servizi e sul non mollare sulla questione della scuola, cosa che non abbiamo fatto. E poi ci sono anche i presidi sul territorio come le poste, altro elemento su cui abbiamo lavorato per far mantenere il più possibile gli uffici su quest'area».
MR – Progetti culturali in quell'area?
AT – «Ne cito alcuni. Abbiamo lavorato per far entrare il Castello di Cireglio nei parchi letterari, laddove è nato il nostro artista Policarpo Petrocchi. Abbiamo fatto molto sul Porrettaana Express che doveva partire quest'anno, con tanti treni storici fino in Emilia Romagna.
Obiettivo di questa amministrazione è che il nostro non sia solo il centro storico, ma anche una bellissima periferia montana e collinare, dove c'è ancora un'atmosfera di comunità, di mutuo aiuto, appartenenza e soprattutto una qualità della vita molto alta. Durante il lockdown è stato dimostrato nettamente che lo smartworking in queste aree abbia funzionato alla grande, per non parlare di quelle che persone che hanno investito in ricezione turistica come airbnb o agriturismi, allevamento e agricoltura biologica».
MR – Non scordiamoci però che per lo smartworking serve anche una connessione internet potente in quelle zone
AT – «Senz'altro. Stiamo lavorando, proprio come abbiamo fatto per la metanizzazione, con le aziende che erogano servizi per migliorare questi tipi di servizi. É un impegno che ci prendiamo che speriamo di portare a termine prima della fine del mandato.
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Una chiacchierata con il sindaco di Sambuca Pistoiese Fabio Micheletti. Nessun copione, nessuna domanda preparata: solo la voglia di confrontarsi e scoprire le tante opportunità, più o meno nascoste, del territorio dal lui amministrato alle prese con tante importanti sfide: dai “nodi” legati alle infrastrutture, alle opportunità dei fondi europei in arrivo anche qui.
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Territori da scoprire ma anche da abitare: una chiacchierata insieme al sindaco e al vicesindaco di Marliana su quelle che sono le opportunità che questo paese può offrire, tra case a basso prezzo ed un fitto programma di interventi per modernizzare l'area: dal rifacimento delle strade all'installazione della fibra ottica.