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Il cuore grande e generoso della montagna batte per chi ha perso tutto per via di una guerra assurda. E’ questo il senso dell’iniziativa “Montagna solidale”, originata dal gruppo consiliare “Il paese che vogliamo” alla quale hanno aderito poi un gran numero di associazioni ed enti quuali Misericordia di Abetone e quella di Cutigliano, la Farmacia di Abetone, lo Sci Club Abetone, la Pro Loco di Abetone e il gruppo Alpini di Cutigliano. L’obiettivo è quello di raccogliere medicine, materiale sanitario e generi di prima necessità. Un’iniziativa, voluta da Davide Costa, frutto dell’esperienza maturata sul campo in queste settimane e che lo ha visto impegnato prima insieme ad Anpas Toscana per portare aiuti al confine tra Romania e Ucraina, poi insieme alla ONG Mediterranea a Leopoli.
«Si tratta – spiega Costa – di un’iniziativa che vuole offrire un aiuto concreto alle persone in fuga dalla guerra. Abbiamo deciso di raccogliere del materiale richiestoci dal console onorario di Cluj-Napoca in Romania, che è in costante contatto con le autorità della vicina Ucraina. L’obiettivo è quello di organizzare la consegna nel paese ucraino di Solotvino, a pochi chilometri dal confine rumeno, dove ci sono realtà fidate in grado di veicolare nel modo giusto quanto riusciremo a portare. Ma la cosa più importante è che ci occuperemo direttamente del trasporto e della consegna, grazie a un gruppo di persone della montagna che si sono messe a disposizione per questo progetto. Si tratta di un’iniziativa aperta alle varie realtà del territorio e confidiamo che la montagna possa dimostrare di essere in grado di muoversi insieme».
Queste le tipologie di materiale che verrà destinato ai profughi in fuga dalla guerra: prodotti per igiene orale, saponi, detergenti e shampoo, assorbenti e pannolini per bambini, medicine, antipiretici e antinfiammatori, cotone, garze, cerotti, latte a lunga conservazione, riso, salsa di pomodoro, pelati, succhi di frutta, biscotti, prodotti da forno a lunga conservazione e biscotti, scatolame. Non verranno raccolti, invece, abiti di nessun tipo.
La raccolta andrà avanti dall’11 aprile al 1 maggio e il materiale potrà essere portato nei centri raccolta del territorio comunale: l’hotel Primula di Abetone e la Misericordia di Cutigliano, mentre presso la farmacia di Abetone sarà possibile acquistare e raccogliere direttamente il materiale sanitario e i medicinali. Successivamente verrà suddiviso in base ai codici doganali previsti dalle autorità ucraine e inscatolato, prima del lungo viaggio.
«Vogliamo essere sicuri – conclude Costa – di dove andrà a finire il materiale che raccogliamo. Ecco perché ci occuperemo direttamente della consegna: quando si chiede un sacrificio e un impegno alle persone e si decide di metterci la faccia, bisogna essere sicuri che niente vada sprecato. Sono anche convinto che questa iniziativa possa “far bene” alla montagna, perché in grado di creare uno spirito solidale che non può che rafforzare la comunità del territorio di Abetone Cutigliano».

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Non è una vera e propria ondata, almeno per il momento: i profughi di guerra ucraini stanno lentamente arrivando nei nostri territori con mezzi propri, spesso ricongiungendosi autonomamente con amici o parenti che vivono in Italia da tempo.
Dal lato istituzionale, però, sindaci e amministrazioni stanno predisponendo tutti i canali necessari per favorire l'accoglienza verso queste persone. A San Marcello-Piteglio si stanno valutando varie ipotesi per mettere a disposizione degli edifici pubblici alle persone in arrivo dalle aree in guerra. Molti cittadini hanno anche annunciato di essere disposti ad ospitare in case sfitte o seconde case, nel caso fosse necessario, persone in fuga dai bombardamenti.
«Il comune – sottolinea il sindaco Marmo – fa parte della rete Sai, acronimo per sistema accoglienza integrato: in caso di ondate di arrivi, potremo diventare un luogo di accoglienza. Noi stiamo verificando i nostri immobili comunali per capire quali siano più adatti per questo tipo di attività ma so anche di cittadini che vorrebbero rendersi utili. Per questo rinnovo l'invito ai cittadini che avessero disponibilità di un alloggio a segnalarlo alla mail
Intanto anche le aree della montagna pistoiese si sono organizzate in un coordinamento di aiuti alla popolazione ucraina. Negli ultimi giorni il coordinamento sta raccogliendo, attraverso i canali della farmacia comunale, medicinali e altri beni sanitari da poter presto inviare nelle aree martoriate dal conflitto grazie al supporto della Croce Rosse Italiana. Gli operatori della C.R.I., infatti, da settimane stanno facendo la spola con i luoghi più colpiti dell'Ucraina nel tentativo di portare un po' di materiali di conforto alla popolazione locale.
Per chi volesse donare denaro alle associazioni che si sono attivate per aiutare la popolazione ucraina, è possibile farle direttamente alla tesoreria dell'Unione dei Comuni, Cassa di Risparmio di Orvieto (iban IT04A0622009300000001200001) indicando nella causale "emergenza Ucraina".

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L'Ambasciata d'Ucraina in Italia, ha pubblicato un post con una serie di link e relativa spiegazione per poter inviare aiuti economici in denaro.
Pagina Facebook - Ambasciata d'Ucraina in Italia

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Alexei Sytov & Elena Lukashova sono 2 ragazzi Bielorussi che hanno creato una mappa in cui sono contrassegnati un elevato numero di punti raccolta sul territorio nazionale dedicati agli aiuti per l'ucraina.
Scorrendo sulla mappa potete selezionare il punto piu vicino a voi e verificare nella nota descrittiva il nome, la posizione e di che tipo ri raccolta si occupa. Nella mappa sono riportati i punti raccolta di qualsiasi genere, si prega di leggere attentamente nelle note per verificare il tipo di attività svolto, perchè non tutti raccolgono lo stesso genere di aiuti o perlomeno non accettano qualsiasi tipo di donazione. Come si può notare troviamo quelli che sono specializzati in generi alimentari e viveri, altri in coperte e vestiti, altri ancora in medicine, prodotti sanitari e per bambini.

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Di seguito è quanto riporta l'agenzia Tass sul proprio sito internet nella mattinata di oggi:
"MOSCA, 7 marzo. /TASS/. Il governo della Federazione Russa ha approvato lunedì un elenco di stati e territori stranieri che commettono azioni ostili contro la Russia, le sue società e i cittadini.
L'elenco comprende Stati Uniti e Canada, Stati dell'UE, Regno Unito (tra cui Jersey, Anguilla, Isole Vergini britanniche, Gibilterra), Ucraina, Montenegro, Svizzera, Albania, Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, San Marino, Macedonia del Nord, ma anche Giappone, Corea del Sud, Australia, Micronesia, Nuova Zelanda, Singapore e Taiwan (considerato territorio della Cina, ma governato dalla propria amministrazione dal 1949).
I paesi e i territori menzionati nell'elenco hanno imposto o hanno aderito alle sanzioni contro la Russia dopo l'inizio di un'operazione militare speciale delle forze armate russe in Ucraina.
Il governo ha osservato che, secondo questo decreto, i cittadini e le aziende russe, lo stato stesso, le sue regioni e comuni che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri dall'elenco dei paesi ostili potranno pagarli in rubli. La nuova procedura temporanea si applica ai pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese (o un importo simile in valuta estera)."
Fonte: Tass

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Entra nel vivo la raccolta solidale di generi di prima necessità di Anpas Toscana che, nei prossimi giorni, porterà fisicamente i prodotti al confine tra Ucraina e Romania, per sostenere i profughi che si ammassano in quell’area e scappano dalla guerra.
«La situazione in Ucraina si fa sempre più difficile di giorno in giorno e non sembrano esserci speranze per un cessate il fuoco. – sottolinea il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini –. Continuano i bombardamenti, continuano le uccisioni dei civili. E che non ci siano spiragli per la pace lo si percepisce dalla retorica imperante della Russia e dalla propaganda a cui tutti inevitabilmente stanno facendo ricorso. In mezzo c’è la popolazione, ci sono donne che partono coi bambini lasciando mariti al fronte, ci sono vittime innocenti di questo ennesimo schiaffo ai valori democratici usciti dalle macerie della seconda guerra mondiale. Da allora non sono mancati i conflitti, certo, ma questa guerra nel cuore dell’Europa, mossa da un autocrate, autoproclamato capo di uno stato con una legge ad personam, ci fa tornare con la memoria a quei giorni difficili. E la storia che si ripete: l’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, poi le rivendicazioni sui Sudeti, anche allora per ‘salvare’ dalle privazioni e discriminazioni i tedeschi che vi abitavano, fino all’annessione dell’allora Cecoslovacchia».
Tutti, però, possono aiutare con piccoli gesti questa sfortunata popolazione. Esistono molti punti di raccolta in regione di Anpas Toscana dove poter portare il proprio contributo, quasi tutte le Pubbliche Assistenze del territorio. Per sapere con precisione dove sono attivi i punti di raccolta più vicini è possibile contattare la sede centrale allo 055 787651 o la Pubblica Assistenza di riferimento sul proprio territorio.
Cosa serve?
Latte in polvere, biscotti, farina di mais, zucchero, riso, scatole di carne, di tonno, sapone, dentifrici, assorbenti, pannolini per bimbi, carta igienica, farmaci antinfiammatori o antipiretici, disinfettanti, cerotti, sacchi a pelo pesanti, coperte pesanti e cibi per cani e gatti.
Gli organizzatori sottolineano che non servono vestiti al momento. La raccolta si chiuderà la prossima settimana, dopodiché la merce sarà portata sul confine rumeno-ucraino a Sighetul Marmatiei, dove è in atto l'emergenza umanitaria.

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Dieci di qua, venti di là, non di più: al momento il flusso dei profughi ucraini verso la Toscana e l'Emilia Romagna è un rivolo, ma potrebbe trasformarsi presto in un fiume in piena se la guerra dovesse proseguire a lungo. Eventualità, purtroppo, da mettere in conto. Mentre sono già 1 milione e 600mila le persone che hanno lasciato l'Ucraina invasa per mettersi in salvo in Europa, nelle nostre zone le prime accoglienze passano dalla solidarietà delle singole persone, molto spesso di nazionalità ucraina e residenti in Italia da anni che aiutano parenti e amici a raggiungerli e a trovare un alloggio. Un'accoglienza fai-da-te che sta piano piano coinvolgendo tutti i territori. Un flusso di persone silenzioso e lento che, tuttavia, potrebbe ben presto diventare un'emergenza umanitaria anche nel nostro paese: i profughi di guerra, infatti, non potranno rimanere per mesi nei centri di accoglienza temporanea dei paesi confinanti con l'Ucraina, Polonia e Romania su tutti.
Il flusso dei profughi ha iniziato a coinvolgere anche le aree collinari e montane. A Castelnovo Monti, nel reggiano, nel fine settimana sono arrivati i primi 8 profughi di guerra. Ne ha dato notizia il sindaco, Enrico Bini. Tre di loro avevano parenti nel comune montano, altri cinque verranno ospitati in altrettanti appartamenti organizzati per l'occasione da comune e Prefettura. Anche sulla montagna pistoiese e bolognese si segnalano i primi arrivi: sono pochi, pochissimi, per ora. Ogni persona si è organizzata sostanzialmente da sola, prendendo contatti con amici e parenti e trovando alloggi in maniera autonoma. Questa dinamica è destinata a ripetersi, giorno dopo giorno, in sempre più comuni e con un numero di sfollati sempre maggiore. Le istituzioni devono essere pronte a saper gestire, nelle prossime settimane, quello che potrebbe essere un fiume umano di persone bisognose di aiuto e di un riparo.
“Fare rete”, come si dice in questi casi, sarà fondamentale. Un pensiero degno di nota lo ha avuto Elio Moretti, presidente della provincia di Sondrio.
«Dobbiamo capire quello che serve e quello che non serve, quello che va fatto e quello che non va fatto per non sprecare energie, risorse e tempo. Dobbiamo coordinare gli sforzi per evitare cose che non andrebbero fatte. Le iniziative partono, anche, in maniera spontanea, animate da voglia di fare. Meritano tutte rispetto ma devono, necessariamente, esser coordinate dalle istituzioni, che servono proprio a questo». Le regioni iniziano a muoversi armate di buona volontà ma, un po' come successe nelle prime fasi della pandemia, in ordine sparso.
Il governatore del Veneto Zaia ha detto:
«Se la situazione dovesse aggravarsi non escludo di chiedere l'aiuto delle famiglie venete: chi ha una casa spaziosa, una seconda casa al mare o in montagna può intanto valutare la possibilità di accogliere dei rifugiati. Poi Faremo un numero verde apposito per le candidature».