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- Di Dott. Mirko Avietti
- Categoria: Il Salvadanaio
Alternative? Pianificare e diversificare oppure accettare di perdere valore.
L’articolo di We-Wealth di Novembre pubblica un’indagine portata avanti da Consultique Scf riguardante lo studio dell’applicazione di tassi di interesse negativi sulla liquidità detenuta nei conti correnti. Lascio a voi la lettura riassumendo in sostanza che solo pochi istituti di credito europei applicano direttamente un tasso di interesse negativo, spesso su nuovi risparmiatori e per capitali ingenti. Quello che però è certo tutte le banche hanno aumentato di fatto i costi dei loro servizi, il che equivale all’’applicazione, in questo caso indiretta, di un tasso di interesse a carico del correntista.
Al costo e/o interesse a debito occorre aggiungere una tassa occulta, l’inflazione. Il risparmiatore a tutto ciò come si comporta? Cosa fa per evitare di perdere valore? NIENTE! Accetta semplicemente di perdere denaro, largo circa 2% annuo. A livello aggregato nell’ultimo anno i depositi sui conti correnti sono aumentati, superando 2.000 miliardi (€). Facendo un conto a cazzotto, all’inizio del 2018 erano 1.600 miliardi, in 3 anni le famiglie italiane hanno perso circa 40 miliardi di valore, ringraziando il fatto di un basso tasso inflattivo, dovuto al rallentamento economico. Cosa accadrà quando l’economia riprenderà e l’inflazione tornerà ad avere un valore più importante? Basti pensare che un inflazione del 2% anno, obbiettivo delle Banche Centrali, equivale a più di un RECOVERY FUND (210 miliardi) in 4 anni.
Perché nonostante ciò il risparmiatore predilige il conto corrente? Qui assume un ruolo fondamentale la finanza comportale. La disciplina che studia la nostra attitudine nell’intraprendere decisioni riguardanti il nostro patrimonio in funzione allo stato emotivo che stiamo vivendo.
Incertezza: Nei periodi come il 2020 tende ad accantonare più capitale perché “NON SI SA MAI”. Il nostro più profondo inconscio tende ad attivare quel meccanismo automatico di protezione, la paura, emozione che in natura mette ci mette in allerta dai pericoli, in questo caso fa sì che si sia più conservativi.
Sicurezza: Percepiamo il conto corrente come uno strumento sicuro dove depositare i nostri risparmi. Lo è davvero al 100%? Non lo scrivo per terrorizzare ma per riflettere. La sicurezza al 100% non esiste, nemmeno per i così citati investimenti “garantiti”. Nello specifico la legge bail in ha introdotto la possibilità, in caso di fallimento della banca, di poter utilizzare i conti correnti superiori a 100.000€ per pagamento dei propri debiti, pur non essendo un patrimonio distinto da quello bancario.
Chiaro si parla di una possibilità più concreta per piccoli istituti bancari che non godono di ottima salute patrimoniale e di minor entità per i grandi gruppi ma una seppur minima possibilità esiste.
Scarsa educazione finanziaria: Purtroppo l’Italia è uno dei Paesi Europei tra i più bassi livelli di cultura finanziaria. Ciò impedisce di compiere scelte efficienti a causa della mancata consapevolezza delle dinamiche finanziarie.
Cosa dovrebbe fare il risparmiatore?
Essere curioso e informarsi per il bene suo e dei propri denari. Mio padre mi ha sempre detto “Il sapere apre nuovi orizzonti” e così infatti è. Occorrerebbe avere la curiosità di conoscere le dinamiche finanziarie per formare la propria cultura finanziaria, facendolo in autonomia o con l’ausilio di un consulente finanziario. Con il supporto di un professionista analizzare le proprie esigenze ed obiettivi, pianificare l’allocazione del proprio risparmio attraverso la diversificazione degli investimenti.
Pianificare e diversificazione sono le uniche garanzie che un risparmiatore ha per curare e tutelare il proprio patrimonio.
Il Dott. Mirko Avietti
può essere contattato al +39.338.6666230 oppure via mail a
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Quando investiamo i nostri soldi è molto importante avere chiari e ben definiti gli obiettivi da raggiungere. E’ molto importante definire le nostre priorità tanto quanto definire le risorse finanziarie da dedicare a ciascun obiettivo che abbiamo individuato. Questo processo non è altro che la pianificazione finanziaria. Determinare gli obiettivi finanziari richiede un processo di analisi della situazione economica e patrimoniale, delle capacità di risparmio e delle aspettative che si hanno per il proprio denaro. Solo una volta determinate risorse, vincoli ed obiettivi, si può andare a valutare attentamente su quali particolari asset class prendere posizione.
“Quando credi in qualcosa, credici fino in fondo, implicitamente e indiscutibilmente” (Walt Disney)
Dobbiamo avere la motivazione, tale per adottare METODO e DISCIPLINA. Quando partiamo per un viaggio e ci presentiamo davanti al cartellone delle partenze, abbiamo bene chiara la metà di destinazione che ci permette di prendere il giusto aereo che ci porterà alla metà desiderata. Così accade negli investimenti, perché i soldi sono un mezzo non un fine. Abbiamo necessità di definire degli obiettivi, perché se i soldi sono un mezzo e non un fine, un mezzo per andare dove… i soldi servono a qualcosa, quel qualcosa sono i nostri sogni, i nostri obiettivi. Se ci dovessimo preparare per una maratona, un obiettivo di lungo termine che richiede tempo e costanza di allenamento. Avendo chiara la motivazione, l’obiettivo e la priorità metteremo tutte le nostre energie e dedicheremo ogni momento libero nella preparazione, anche se in molte occasioni preferiremo riposarci.
L’importanza dell’obiettivo ci permette di non farci distrarre da elementi che potrebbero condizionarci. Esattamente come avviene nei mercati finanziari, spesso incontriamo forte vento, forti turbolenze e violente perturbazioni. Avendo chiari gli obiettivi il nostro stato d’animo non è condizionato da eventi negativi di breve termine che periodicamente affrontiamo nei mercati finanziari. Se il nostro obiettivo ha un orizzonte di 5 anni, tutto quello che accade oggi non deve influenzarci,contrariamente, ogni turbolenza di breve rappresenta un’opportunità per incrementare i nostri investimenti sfruttando condizioni di mercato migliori, generando un miglior rendimento finale.
Facciamo un esempio pratico. Consideriamo un investimento bilanciato di 50.000€, con un orizzonte di 3 anni, composto da 3 asset class diverse, monetario, obbligazionario europeo e azionario globale ciascuna con lo stesso peso (33,3%).
L’investimento è iniziato il 26 Novembre 2019. Successivamente alla crisi COVID i tre comparti al 16 Marzo 2020 hanno realizzato le seguenti performance:
- Monetario -0,69% - valore comparto al 16/03 pari 16.551,67€
- Obbligazionario Europeo -3.87% - valore comparto al 16/03 pari 16.021,67€
- Azionario Globale -17,86% - valore comparto al 16/03 pari 13.690,00€
Al 16 marzo 2020 l’investimento complessivamente ha realizzato una performance negativa di -7,47% con una valorizzazione pari a 46.263,33€ (-3.3736,67€). la perturbazione finanziaria non deve preoccuparci, rimanendo lucidi senza farsi dominare dalle nostre emozioni occorre soltanto fare delle correzioni sfruttando i prezzi migliori del comparto più redditizio, quello azionario. Dal comparto meno redditizio e meno volatile, quello monetario, si sono prelevati 11.000€ e investiti 2.000€ nel comparto obbligazionario e 9.000€ in quello azionario, portando una valorizzazione pari a 5.551,67€ per il monetario, 18.021,67€ per l’obbligazionario e 22.690,00€ per l’azionario. Questa operazione ha fatto si che già al 1 Agosto 2020 l’investimento fosse tornato all’attivo, valorizzando 52.394,45€ (+4,79% da inizio investimento pari a poco più di 7% annualizzato). Nello specifico i comparti hanno realizzato le seguenti performances:
- Monetario 0.42% - valore comparto al 1/08/2020 pari 5.574,98€
- Obbligazionario Europeo 3.75% - valore comparto al 1/08/2020 pari 18.697,48€
- Azionario Globale 23,94% - valore comparto al 1/08/2020 pari 28.121,99€
Arrivati all’obiettivo si è redistribuito il capitale su ciascun comparto secondo i pesi iniziali (33.3%). Dopo un anno dalla partenza l’investimento ha realizzato al 30 Novembre 2020 una performance positiva del 8,08%, con una plusvalenza di 4.037,89€.
Richard Thaler, premio nobel dell’economia 2017, definì La contabilità mentale quella capacità umana che aiuta l’uomo ad essere disciplinato. Questa attitudine fa si che ognuno di noi riesca ad essere disciplinati, riuscendo ad allocare le nostre risorse in conti diversi, ciascuno associato ad ogni nostro obiettivo e soggetti a valutazioni separate. Come quando i nostri bisnonni portavano a casa i contanti del proprio stipendio, la nostra bisnonna metteva questi soldi in barattoli diversi, ciascuno per ogni esigenza. Una per l’affitto, una per il divertimento e così via. Cosa accadeva se finivano i soldi per il divertimento? ERA FINITO IL DIVERTIMENTO!!! METODO & DISCIPLINA.
Comprendiamo che è molto importante definire i propri obiettivi, definire le risorse che vogliamo dedicare ad ogni obiettivo e definire le priorità di ciascuna di essa. Quelle priorità ci daranno la forza di raggiungere i nostri obiettivi. Un investimento di successo è un investimento che viene attentamente pianificato! Un investimento di successo è un investimento in cui sono chiari gli obiettivi da raggiungere. Se sono chiari gli obiettivi da raggiungere, raggiungeremo quegli obiettivi con successo!
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Tutti noi sappiamo quanto valore abbia il tempo. Con il suo trascorrere anche le nostre risorse finanziarie subiscono un costo chiamato inflazione, ovvero la variazione del costo della vita. Il primo obiettivo della gestione delle risorse finanziarie è proprio quello di salvaguardare e valorizzare il risparmio nel tempo. Che rendimento desideriamo? Quali sono i mercati che dobbiamo considerare? Quali rischi siamo disposti a sostenere? Per quanto tempo dobbiamo tenere impiegate le nostre risorse finanziarie?
A queste domande ognuno di noi può trovare risposta osservando i seguenti grafici e dati.
Nel primo grafico sono riportati: in blu il rendimento medio annuo dell'indice azionario americano S&P500 (500 aziende con maggiore capitalizzazione) e in verde il tasso di inflazione dal 1956 ad oggi.
- Rendimento annuo medio 8,05%
- Inflazione annua media 3,65%
- Volatilità media annua 13,20%
- Perdita massima potenziale 40%
- Extra Rendimento (Rendimento - Inflazione) = 4,40% annuo.
Il secondo considera i rendimenti annui delle obbligazioni americane con scadenza 5 anni.
- Rendimento annuo medio 2,2%
- Inflazione annua media 3,65%
- Volatilità media annuo 2,4%
- Perdita massima potenziale 15%
- Extra Rendimento annuo(Rendimento .- Inflazione) = -1,45%
L'ultimo grafico riguarda il rendimento del risparmio detenuto in forma liquida, considerando quello delle obbligazioni americane con scadenza 1 mese.
- Rendimento annuo medio 0,5%
- Inflazione 3,65%
- Volatilità annua media 1,65%
- Perdita massima potenziale 10%
- Extra Rendimento annuo (Rendimento - Inflazione) = -3,15%
Se desideri sicurezza nel breve termine, devi comprendere di ricevere bassi rendimenti a lungo termine ed essere consapevole di subire l'erosione del valore del proprio risparmio. Se invece preferisci rendimenti importanti occorre avere un orizzonte di medio/lungo termine d essere consapevole di affrontare forti oscillazioni nel breve.
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“Life is a snowball. The important is find wet snow and really long hill”
“La vita (come gli investimenti) è una palla di neve. L’importante è trovare neve fresca e lunghi pendii”
Così cita W. Buffet, l’Oracolo di Omaha, uno dei migliori investitori della storia grazie al suo approccio basato sul value investing, un processo di investimento basato sulla valutazione di un titolo derivante dall’analisi di dati economici/finanziari fondamentali.
Si pone molta importanza ad un elemento fondamentale per avere successo in un processo di investimento, il TEMPO.
I risultati negli investimenti, così come accade per ogni traguardo della nostra vita, derivano da un processo continuo e di lungo termine.
Possiamo immaginare di essere sotto una fitta nevicata tra le colline. Il nostro desiderio è quello di avere una enorme palla di neve, così apriamo i palmi delle nostre mani sui quali si posano tantissimi piccoli fiocchi cadenti fino a che non iniziamo a compattarli formando un piccola sfera di neve. Ma mano che nuovi fiocchi si posano su di essa la palla si fa sempre più grande fino a che non raggiunge la giusta dimensione per poterla fare rotolare lungo il pendio della collina. Lentamente inizia a rotolare, acquisendo maggiore velocità raccoglie neve su neve fino a raggiungere dimensioni sempre più grandi.
Questa è la rappresentazione del successo del 4° uomo più ricco del mondo con i suoi 90,5 miliardi di dollari (Fonte : Forbes 2015) che a soli 11 anni ha iniziato ad investire i suoi risparmi continuando ad reinvestire i suoi risultati ottenuti.
Gli investimenti si comportano perfettamente come nell’immaginario della palla di neve. Chiunque voglia vedere il proprio capitale crescere in modo sistematico fino a divenire un enorme palla di neve deve seguire 3 regole fondamentali:
1. Trovare neve fresca: Destinare periodicamente una piccola parte delle proprie entrate in un processo di investimento diversificato.
2. Trovare una collina da un pendio lungo: Prima iniziamo ad investire più sarà lungo il percorso nel quale l’investimento genera il suo profitto.
3. Lasciar rotolare la palla di neve: Man mano che il nostro capitale si rivaluta, più tempo rimarrà investito e maggiore saranno i profitti grazie all’effetto dell’interesse composto, in base al quale ogni profitto viene reinvestito e sul quale maturerà altra remunerazione.
Infatti se si fosse investito 50$ al mese nell’indice azionario americano S&P500 negli ultimi 60 anni, dal dicembre 1960 ad oggi, avremmo investito in totale 720 mesi per 50$ un totale di 36.000,00$. Seguendo le tre semplici regole precedenti oggi avremmo ottenuto un capitale di 647.426,17$, un rendimento totale di 1698% pari a 4,93% medio annuo composto.
Vero è che se nel dicembre del ’60, l’investimento fosse stato compiuto con tutto il capitale di 36.000$ oggi il valore sarebbe stato di gran lunga maggiore 2.044.955$, quasi 3 volte tanto. Questo accade per la magia dell’interesse composto, grazia al quale più tempo il capitale rimane investito e maggiore sarà la rivalutazione.
Questo significa anche che prima iniziamo ad investire e maggiori saranno i benefici.
Consideriamo per esempio due investitori, investitore 1 e investitore 2, che vogliono investire 6.000€ ogni anno nello stesso mercato il cui ritorno medio annuo è del 5% (come abbiamo visto precedentemente per l’indice americano S&P500) per una durata di 40 anni ma con disponibilità e tempi diversi.
INVESTITORE 1:
Inizia oggi investendo 6.000€ ogni anno per 15 anni consecutivi. Dopo 15 anni non effettua nessun versamento aggiuntivo e lascia remunerare il capitale investito.
Capitale investito = 60.000€
INVESTITORE 2:
Inizia 10 anni dopo versando sempre 6.000€ ogni anno per 25 anni consecutivi.
Capitale Investito = 150.000€
Dopo i 40 anni i risultati sono i seguenti:
L’investitore 1 ottiene una rivalutazione totale di 342.473$ investendo solamente 60.000$ ottenendo così una rivalutazione del 470%.
L’investitore 2, iniziando 10 anni dopo ma investendo 150.000$, due volte e mezzo il capitale del primo investitore, ottiene una rivalutazione poco superiore di 348.695$, un “misero” 132%.
In questo caso aver iniziato prima un processo di investimento ha dato l’opportunità al capitale di sfruttare la principale fonte di remunerazione, il tempo, avviando prima il processo di rivalutazione dando maggiore efficienza all’investimento tale che con 1/3 del capitale investito il primo investitore ha ottenuto alla fine del tempo un rendimento quasi 4 volte maggiore.
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RISPARMIO & CONTI CORRENTI: Un rapporto in cui fiducia, sicurezza e valore sono in crisi da anni.
Come le soluzioni del risparmio gestito possono garantire SICUREZZA, SOLIDITA’ e VALORE al nostro risparmio.
Prima di approfondire è necessario fare un passo indietro negli anni per comprendere le dinamiche attuali. Sono più di 10 anni che il settore bancario non gode di ottima salute patrimoniale. Tutto iniziò dalla nota crisi finanziaria del 2007-2008, partendo dagli USA per diffondersi in tutto il mondo. Fu proprio una grande banca americana ad essere la prima gigante realtà a saltare a gambe all’aria.
Attività speculative in compiacenza ad Autorità di Vigilanza incapaci di monitorare il settore bancario, la recessione economica e il continuo ribasso dei tassi di interesse hanno portato ingenti perdite e assenza di redditività.
Questo scenario lo abbiamo vissuto molto bene in Europa, soprattutto in Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, con la crisi del debito sovrano. Paesi con ancora oggi elevati livelli di debito e denominati in quei giorni con l’infelice acronimo “PIIGS” (MAIALI in Inglese). I relativi titoli di debito subirono ingenti vendite, spinte anche da un movimento speculativo da parte di operatori finanziari, causando alle loro quotazioni crolli importanti. Gli investitori che erano in possesso di titoli obbligazionari governativi italiani, i più comuni BTP, subirono ingenti perdite. Chi erano e lo sono ancora oggi i maggiori possessori di titoli obbligazionari italiani? Le banche, le quali subirono un deterioramento patrimoniale, portando gli istituti meno solidi ai primi fallimenti. Fino a questo momento la banca era considerata (lo è un po’ erroneamente ancora oggi) l’entità capace di garantire la massima sicurezza ai nostri risparmi ed è qui ha inizio la rottura dell’ottimo rapporto tra conto corrente e risparmio. Negli anni che si sono succeduti tanti risparmiatori hanno subito perdite importanti, causate da una combo di fattori quali frodi, assenza di vigilanza e scarsa educazione finanziaria.
Oggi detenere la liquidità nei conti correnti più dello stretto necessario è in tutti i casi una perdita CERTA di valore e in alcuni, a seconda dello stato patrimoniale dell’istituto di credito in esame , un RISCHIO concreto.
E’ una perdita di valore CERTA perché i conti correnti sono strumenti di risparmio che alle attuali condizioni dei tassi di interesse non generano alcuna remunerazione e sono soggetti a costi sempre più elevati. Gli istituti europei pagano un interesse alla Banca Centrale Europea per depositare la loro liquidità, ciò si riflette di seguito verso i risparmiatori finali applicando costi maggiori e in alcune realtà Europee per i depositi maggiori vengono applicati a loro volta interessi negativi . Ai costi bancari dobbiamo aggiungere l’inevitabile erosione del valore dovuto all’inflazione.
In merito alla sicurezza è necessario fare riferimento al Bail In, sistema di risoluzione di un’eventuale crisi bancaria che prevede l’esclusivo e diretto coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti, correntisti (sopra i 100.000€) della banca stessa. Ciò non significa di per certo che chi ha un deposito sotto 100.000€ possa far sonni tranquilli grazie alla copertura del fondo di garanzia interbancario, il quale ha l’onere di rimborsare i conti correntisti in caso di fallimento dell’istituto di credito.
La sola liquidità detenuta nei conti correnti italiani è arrivata a 2.000€ miliardi.
Il fondo interbancario ha una capienza di poco 616€ miliardi, il 30,8% della liquidità totale.
Se per i depositi con importi maggiori di 100.000€ c’è un esposizione completa al rischio default della banca, quelli con importi inferiori sarebbe necessario capire quanto ammontano nel totale e come sono distribuiti fra gli istituti, magari classificati anche in base ai loro rating.
Alla luce di queste informazioni ci chiediamo quindi come può il risparmio gestito garantire maggiore SICUREZZA e VALORE ai nostri denari?
Quando operiamo un investimento in un fondo/SICAV occorre sapere che il relativo patrimonio è separato da quello della società che lo gestisce e da chi lo distribuisce. La legge prevede che i capitali investiti dai clienti siano custoditi nella banca depositaria, che deve essere indipendente dalla società di gestione, dal gruppo finanziario che lo controlla e dalla società di distribuzione. Tutti gli asset costuditi presso la banca depositaria rimangono separati dal patrimonio della banca stessa senza alcuna possibilità per i creditori di aggredirlo anche in caso di bail in della banca stessa.
Facendo un esempio pratico consideriamo un fondo di investimento con sede Lussemburghese rappresentato nella figura seguente.
L’investitore decide di fare l’investimento, versa l’importo a favore della Società distributrice italiana, la quale invia la richiesta di investimento al SIP, Soggetto Incaricato dei Pagamenti, il quale svolge un ruolo di sostituto di imposta e d’intermediazione nei pagamenti. Il SIP una volta ricevuto il denaro lo trasferisce presso la banca depositaria del fondo di investimento nel medesimo Paese dove la società di gestione ha sede legale, quindi in tal caso il Lussemburgo.
Attraverso questa struttura patrimoniale è possibile dare maggiore sicurezza nostro patrimonio mediante l’utilizzo di strumenti di risparmio gestito beneficiando della massima flessibilità e liquidabilità che garantiscano la liquidità con soli 5 gg lavorativi dalla richiesta di disinvestimento.
Cosa accadrebbe se fallisse il soggetto che colloca il fondo di investimento?
Il soggetto collocatore non ha alcun diritto sugli investimenti del cliente. Quindi, in caso di fallimento l’investitore non subirebbe alcun danno di tipo patrimoniale. Quest’ultimo potrebbe trasferire la propria posizione presso un altro soggetto collocatore o richiedere direttamente al SIP il rimborso totale della propria posizione.
Cosa accadrebbe in caso di fallimento del SIP? Anche in questo caso l’investitore non subirebbe alcun danno di tipo patrimoniale in quanto il suo investimento non entra mai a far parte del patrimonio della Banca Corrispondente. La posizione individuale sarebbe quindi semplicemente trasferita presso un altro soggetto incaricato dei pagamenti.
Cosa accadrebbe se fallisse la Banca depositaria? Il patrimonio della SICAV è di proprietà degli investitori ed é segregato rispetto al patrimonio della Banca Depositaria. Pertanto esso non può essere aggredito dai creditori della banca e di conseguenza il fondo e le azioni/quote degli investitori non subirebbero alcun danno di tipo patrimoniale.
Cosa accadrebbe se fallisse il fondo o la SICAV? Il fallimento di una SICAV sarebbe possibile solo nel caso in cui fallissero tutte le società e i Governi in cui la SICAV investe. In considerazione della diversificazione che caratterizza le SICAV é quindi ragionevole ritenere che un evento simile sia estremamente improbabile, se non impossibile.
Cosa accadrebbe se l’Italia uscisse dall’Euro? Se l’Italia uscisse dall’Euro, anche in questo caso non si configurerebbe di per sé una penalizzazione del patrimonio investito in quanto il valore della quota (NAV) dei comparti della SICAV continuerebbe ad essere denominato nella valuta del fondo (EUR, USD, etc.). All’atto del rimborso il cliente italiano riceverebbe l’importo di spettanza convertito nella nuova divisa nazionale o potrebbe in alternativa indicare al soggetto collocatore un nuovo conto in divisa diversa. Nel caso, di per sé non escluso, di accredito della posizione maturata su un conto all’estero, gli adempimenti di natura fiscale / amministrativa che da ciò dovessero emergere ricadrebbero sotto la responsabilità diretta dell’investitore.
Se il Governo italiano applicasse un prelievo forzoso per sistemare i conti pubblici? Se le autorità Italiane imponessero un prelievo forzoso sui conti correnti, esse non avrebbero titolo per aggredire gli investimenti in SICAV lussemburghesi. Le SICAV e la Banca Depositaria di diritto Lussemburghese sono infatti autorizzate dall’autorità di vigilanza lussemburghese (CSSF) e sono regolamentate in questo Paese.
Perché un risparmiatore dovrebbe scegliere il risparmio gestito?
- AUTONOMIA: Il patrimonio del fondo è separato da quello della società che lo gestisce e da chi lo distribuisce. La norma prevede che le somme investite dai risparmiatori siano custodite nella banca depositaria, una banca indipendente dalla società di gestione, dal gruppo che la controlla e dal distributore.
- SICUREZZA: Il mercato dei fondi comuni d’investimento è governato da norme molto severe. Le principali autorità italiane ed europee (Banca d’Italia, Consob e SSF) vigilano sul rispetto delle norme a tutela degli investitori.
- TRASPARENZA: Il risparmiatore sa sempre quanto valgono i suoi fondi e come sono gestiti. Il valore giornaliero è pubblicato sui principali mezzi di informazione e consente al sottoscrittore di monitorare l’andamento dei propri investimenti. Ciascuno può scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze nell’ambito di una gamma molto vasta, organizzata in oltre 40 diverse categorie.
- DIVERSIFICAZIONE: I fondi investono in diversi titoli e in vari mercati per cogliere le migliori opportunità e ridurre il rischio. In questo modo l’andamento di un singolo titolo non può influenzare significativamente il risultato dell’intero paniere. Un concetto assimilabile all’antico adagio popolare che recita "non mettere tutte le uova nello stesso paniere".
- VALORE: Attraverso una pianificazione è possibile ottenere una remunerazione significativa investendo in modo diversificato nelle varie asset class (mercato monetario, obbligazionario e azionario) in funzione alle proprie esigenze finanziarie.
La domanda che sorge è: perché preferiamo lasciare i nostri soldi, quelli eccedenti a soddisfare i nostri fabbisogni primari, in uno strumento che non mi garantisce SICUREZZA e accettiamo il fatto che questi soldi subiscano una continua perdita di valore?
La risposta si collega al tema descritto nel primo articolo da me pubblicato “CONOSCERE SE STESSI” dove si descrive la difficile convivenza tra il nostro inconscio (il cavallo nero), rappresentato dalla nostra emotività e la tendenza di ancorarsi alle nostre certezze, e la razionalità (il cavallo bianco) che dovrebbe spingerci a metterci sempre in discussione e cercare di comprendere lucidamente la realtà dei fenomeni che viviamo.
Quello che occorre è avere la volontà di superare i nostri limiti emotivi e certamente sforzarsi di applicare una pianificazione razionale dell’impiego dei nostri soldi, sempre in funzione alle nostre esigenze.
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Con “Del doman non v’è certezza” Lorenzo De’ Medici nella Canzone di Bacco poneva l’attenzione del lettore a vivere la vita oggi nel presente perché non si può avere la certezza del futuro. Oggi parleremo del mercato azionario e le sue due uniche certezze, la volatilità di breve e il rendimento nel medio-lungo termine. Ciò vuol dire che i mercati azionari sono per loro natura volatili in un orizzonte temporale di qualche mese, cioè il loro valore subisce un oscillazione molto più ampia rispetto agli altri tipi di mercato, come quello obbligazionario e tali oscillazioni dipendono dalle informazioni che gli investitori hanno sulle aziende in cui investono. Informazioni positive indurranno gli investitori ad offrire un prezzo maggiore facendo crescere il prezzo del titolo e viceversa.
Purtroppo l’andamento dei prezzi nel breve-medio periodo è imprevedibile, come quasi tutti gli eventi che accadono nella nostra vita e la nostra mente è riluttante ad accettare l’imprevedibilità perché genera insicurezza. L’unico modo è investire con metodo, una strategia che abbia un risultato adeguato in un tempo congruo, e disciplina, l’attitudine a controllare le proprie emozioni avendo sempre chiara la meta. Investire nei mercati azionari è remunerativo ma l’investitore deve essere consapevole che il valore dell’investimento possa subire forti oscillazioni, occorre quindi pianificare in modo meticoloso valutando tutti i possibili scenari e attuare il potere più forte che abbiamo, quello della decisione!
Si potrebbe avere maggiore tranquillità evitando di investire nei mercati azionari ma l’alternativa è farlo nei mercati obbligazionari con tassi di interesse negativi o nulli oppure tenere i propri soldi sotto il materasso o nel conto corrente, ma anche in questo caso l’inflazione ridurre il valore del capitale fermo anno dopo anno. Se però si ha pazienza e si è disposti a investire una parte dei risparmi in funzione delle proprie possibilità e delle esigenze future in un ottica di lungo periodo allora dopo anni sicuramente si possono avere piacevoli sorprese. Infatti l’altra certezza dei mercati finanziari è che hanno un trend crescente in un orizzonte di lungo periodo.
Prendendo ad esempio l’indice americano lo S&P500, rappresentante le 500 aziende americane con la capitalizzazione più grande e consideriamo gli ultimi 70 anni di storia, dal 1945 ad oggi.
Ipotizzando che ad ogni mese a partire dal gennaio 1945 in poi effettuassimo degli investimenti ognuno con un orizzonte temporale di 1 anno, 3, 5, 10 e 20 anni. Allo stesso modo nel febbraio del 1945 e così via fino ad oggi. Nella seguente tabella sono indicate le percentuali degli investimenti che hanno ottenuto un rendimento positivo e un rendimento maggiore del 5% annuo rispettivamente nella prima e seconda riga nei diversi orizzonti temporali.
Si nota che investire nello S&P500 e ottenere un risultato positivo è accaduto almeno 2/3 delle volte, 72% in un anno, salendo a 83% in 3 e 5 anni fino al 92% in 10 anni e tutte le volte in 20 anni. Questo sta ad indicare che maggiore è il tempo nel quale il capitale è investito e maggiore è la probabilità di ottenere un risultato. Allo stesso modo si sono considerati rendimenti maggiori del 5% ogni anno. Per i vari orizzonti temporali la probabilità oscilla tra 62% e 72%. Possiamo perciò affermare che un investimento nel mercato azionario americano qualsiasi sia il momento in cui è svolto si ottiene quasi con assoluta certezza un risultato nell’arco di 10 anni.
Se si vuole essere più sicuri nell’ottenere un risultato e nel minor tempo allora occorre attuare un metodo più efficace. Si consideri di eseguire l’investimento solamente dopo che si sono verificati cali tra -20% e -40%. I dati sono riportati nella terza riga della tabella qui di sopra e si nota un sensibile aumento delle probabilità di ottenere rendimenti positivi, tranne per l’orizzonte temporale più ampio di 20 anni. Tali condizioni oltre ad aumentare la probabilità di successo registrano un rendimento medio annuo sensibilmente più elevato.
Quando è il momento migliore per investire? SEMPRE, PRIMA POSSIBILE e PER PIU’ TEMPO POSSIBILE, purché lo si faccia con metodo perché prevedere l’andamento dei prezzi è impossibile, l’unica cosa possibile è gestire l’incertezza, vale a dire la volatilità, per ottenere una certezza di rendimento.
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Negli articoli precedenti abbiamo discusso delle nostre emozioni, analizzando come queste condizionino le nostre scelte e di conseguenza come affrontarle attraverso processi razionali. Si è ragionato poi sulle motivazioni per le quali investiamo. E adesso? Non resta che fare passo decisivo.
Investire è compiere un lungo viaggio su un territorio sconosciuto. Non sappiamo come i mercati si muoveranno, diffidare da coloro che sanno con certezza quale sia la direzione, quello che però possiamo fare è conoscere le variabili e le dinamiche che li coinvolgono in modo tale da pianificare le azioni da compiere in base agli scenari che si verificano al fine di giungere all’obiettivo preposto. Abbiamo quindi due opzioni, incamminarsi casualmente oppure con la mappa in mano consapevoli del percorso da percorrere anche seppur senza sapere quali opportunità o quali pericoli possiamo incontrare nel nostro sentiero.
Partiamo da concetti macroeconomici semplici, Euribor e Eurirs i quali serviranno a introdurre i primi strumenti finanziari, le obbligazioni.
L’Euribor è il tasso di interesse medio con il quale gli istituti bancari si prestano denaro all’interno dell’area Euro a varie scadenze (1 settimana, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi). Questo tasso di interesse è utilizzato come tasso di riferimento applicato ai mutui a tasso variabile (euribor 3 mesi + spread applicato dalla banca), in tal caso all’aumentare dell’euribor aumenta il costo del nostro finanziamento e viceversa.
Nella seguente immagine si noti come i vari tassi nelle rispettive scadenze siano diminuiti da 3% a valori negativi negli ultimi 20 anni.
EURIBOR
L’Eurirs invece fa riferimento alle scadenze da 1 a 50 anni ed è considerato il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso. Ad esempio un mutuo a 30 anni stipulato oggi avrà un Tasso Annuale Nominale = (Eurirs a 30 anni + spread definito dalla banca).
Anche per questa tipologia di tasso gli ultimi anni della sua storia lo ha visto drasticamente ridursi.
EURIRS
Cosi come accade per i mutui allo stesso modo accade per i finanziamenti alle imprese che, soprattutto per le aziende quotate nei mercati, avviene tramite l’emissione di titoli di debito chiamati obbligazioni.
Il mercato obbligazionario è il mercato preferito degli investitori italiani, storicamente amanti delle obbligazioni in quanto ritenuto uno strumento finanziario sicuro, senza considerare i vari casi bancari, Cirio, Parmalat, Argentina ed altri che avrebbero dovuto invece fugare ogni certezza.
Cosa è un obbligazione? E’ un titolo di credito attraverso il quale gli investitori prestano il proprio denaro all’emittente ricevendo in cambio un interesse e il rimborso del capitale a scadenza, in parole spicciole un prestito che le aziende o gli Stati richiedono al fine di finanziare le proprie spese. E’ uno strumento vitale per le necessità aziendali e governative ma come spesso accade l’avidità umana ha il sopravvento e come è avvenuto negli ultimi anni ne è stato fatto un uso per così dire “spregiudicato”.
Quali rischi corriamo investendo nelle obbligazioni? Teniamo a mente due concetti semplici in un processo di investimento “Il rischio intrapreso deve essere ADEGUATAMENTE remunerato” e “nessuno regale niente, rendimenti elevati hanno sempre un conto da pagare, in termini di volatilità, intesa come ampiezza delle oscillazioni dei prezzi dei titolo che riflette il concetto di rischio oppure liquidabilità (facilità di smobilizzo/disinvestimento).
In questo caso nell’interesse corrisposto dal titolo viene remunerato:
Rischio emittente: Il rischio che l’emittente non sia capace di restituire il capitale alla scadenza prefissata. Questo varia in funzione della scadenza, più è lontana e maggiore è la probabilità che l’emittente non sia capace di rimborsare il capitale, e in della solidità patrimoniale e la sostenibilità dei bilanci, che siano Stati o Aziende si considera la loro abilità nel contenere le spese e generare surplus/utili.
Esistono agenzie finanziarie (Moody’s, Fitch, Standard & Poor’s) che valutano tale rischio aggiudicando un valore tra una scala che va dal meno rischioso (AAA) al più rischioso (D).
RATING
Rischio Paese: La possibilità che uno Stato sia in bancarotta, un evento raro ma non impossibile, si veda il Russia 1998 e Argentina 2001.
Rischio liquidità: La capacità dello strumento di rendere il capitale investito liquido. Ad esempio uno strumento dove non si ha la possibilità di riavere indietro i propri soldi oppure averli con alti costi di uscita questo determina un alto livello di illiquidità, la quale deve essere remunerata da un rendimento maggiore. Rischio di cambio: Per un investitore europeo investire in obbligazioni in dollari coinvolge il processo di cambio, per il quale il rendimento finale dell’investimento è influenzato dalle condizioni di cambio Euro in Dollari al momento dell’acquisto e nella vendita da Dollari in Euro.
Definiamo adesso il tasso rischio nullo (free risk) come il tasso di interesse richiesto dagli investitori di un particolare mercato per investire in un titolo considerato sicuro per il quale secondo gli operatori riceveranno con buona certezza il capitale. Ad esempio nei mercati finanziari per quello europeo è il tasso di interesse delle obbligazioni governative tedesche (Bund), poiché la Germania è considerata dagli operatori un Paese solido in grado di rimborsare il capitale preso a prestito. Mentre per l’area americana è il Treasury, il titolo obbligazionario governativo degli USA. Detto ciò il tasso finale di un titolo obbligazionario X sarà la somma del tasso di rischio nullo più tutte le componenti di rischio associate. Se il tasso del titolo fosse 4,5% e il tasso rischio nullo 0,5% ciò vuol dire che il mercato, vale a dire l’insieme di tutti gli operatori finanziari, valuterà (4,5% - 0,5%)=4% la remunerazione complessiva per i fattori di rischio di quel titolo.
Anche le obbligazioni quotate sono caratterizzate dalle oscillazioni dei loro prezzi. Infatti questi variano in modo opposto rispetto alla variazione dei tassi di interesse di riferimento del mercato. Se quest’ultimo aumenta, allora il prezzo dell’obbligazione diminuisce e viceversa. Questo effetto è tanto più amplificato maggiore è il tempo rimasto alla scadenza di un titolo. Un’obbligazione con scadenza a 10 anni subirà una variazione maggiore rispetto ad una di 2 anni a parità degli altri fattori di rischio.
Oggi siamo in una situazione in cui i prezzi dei titoli obbligazionari governativi sono maggiori al valore di rimborso, determinando di fatto un rendimento negativo. L’investitore paga un costo per prestare il suo denaro, una cosa folle. A causa delle politiche monetarie espansive i pochi titoli obbligazionari con rendimenti positivi sono quelli con un rischio default maggiore, i così detti High Yield (Alto Rendimento) che così elevato non lo è più oppure spostandoci dalle aree sviluppate a quelle emergenti, dove le rispettive economie sono in una fase per la quale i tassi di riferimento di quei mercati sono ancora interessanti. Attenzione però in questo caso, investire in titoli obbligazionari in diversa valuta innesca un rischio di cambio, la possibilità di generare una perdita o una riduzione di guadagno a causa delle diverse condizioni di cambio tra due valute nei momenti diversi tra acquisto e vendita del titolo.
Al contrario delle credenze comuni nate negli anni passati quando le passate generazioni hanno vissuto un era in cui un obbligazione governativa italiana (BTP) fruttava un interesse a doppia cifra e la continua riduzione dei tassi avvenuta negli ultimi 30 anni ha portato ad un incremento del prezzo dei titoli favorendo importanti plusvalenze, la situazione attuale è ben diversa. Trovare valore nel mercato obbligazionario è sempre più complesso e rischioso per questo è doveroso sfatare ogni mito sull’assoluta sicurezza di questa tipologia di asset di investimento. Nel prossimo articolo valuteremo il mercato azionario analizzando i suoi rischi e le relative opportunità.
Il Dott. Mirko Avietti
può essere contattato al +39.338.6666230 oppure via mail a
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Negli articoli precedenti abbiamo analizzato gli aspetti emotivi che ci coinvolgono durante un processo di investimento. Questi sono importanti tanto quanto la consapevolezza di conoscere le nostre motivazioni che ci inducono a farlo. La risposta banale è ovviamente guadagnare, ok va bene ma per fare cosa? A parte conservare il valore del nostro patrimonio difendendoci dall’inevitabile processo di erosione del suo valore causa l’aumento del costo della vita, fenomeno chiamato inflazione, non c’è una risposta univoca per tutti. Chi investe per avere una rendita nel presente o nel prossimo futuro, chi per acquistare dei beni, tipo la casa, altri per aprire un’attività imprenditoriale, altri ancora lo fanno per avere una sicurezza, chi invece per garantirsi un futuro tenore di vita. Ognuno ha le proprie esigenze che inevitabilmente richiedono una risorsa finanziaria per soddisfarle in base alle quali si definiscono gli orizzonti temporali con cui raggiungerle. Qui entra in gioco l’importanza di una pianificazione finanziaria, che attraverso un metodo sappia coniugare le esigenze con i rendimenti attesi ed i relativi rischi.
Essere un buon risparmiatore è un ottimo primo passo ma non è sufficiente.
Noi italiani siamo dei campioni mondiali in questo, purtroppo c’è ancora molto da fare in tema di investimento poiché le nostre scelte finanziarie ci portano ad essere allo stesso tempo scarsi investitori. Come detto lo scopo primario dell’investimento è evitare che il nostro denaro sia eroso dall’aumento del caro vita, se non lo facciamo tutte le fatiche fatte per accantonare un capitale saranno vane.
Giusto per fare un esempio pratico prendiamo in considerazione i tassi di inflazione degli ultimi 20 anni dal 1999 al 2018 (Fonte: Istat) e 100.000€ depositati fermi in un conto corrente. Come ben sappiamo gli strumenti di deposito da diversi anni non garantiscono interessi attivi ai risparmiatori. Mentre il nostro capitale rimane fermo a 100.000€ il prezzo dei beni aumenta lentamente. Se nel ’99 l’inflazione si è registrata al 2,11% ciò ha comportato una perdita dello stesso valore pari a 2.110€, così che i 100.000€ del 98’ in termini reali equivalevano a 97.890€ l’anno successivo e così via negli anni a seguire. Come si nota nell’immagine 1 dopo 20 anni i 100.000€ iniziali equivalevano a 70.202,46€ registrando una perdita pari a 29,8%. Per avere una visione aggregata del fenomeno invito a ricercare nel web l’indagine sulla ricchezza delle famiglie italiane svolta annualmente da Banca d’Italia. Nel 2019 la liquidità ferma sui conti correnti si è attestata a più di 1.4000 miliardi di euro, valore in continuo aumento ogni anno a scapito una diminuzione degli investimenti, in special modo nei mercati azionari i più remunerativi. Questo immenso patrimonio liquido si vede ridurre il proprio valore di circa 10 miliardi. Stiamo inesorabilmente, aggiungo inconsapevolmente, diventando sempre più poveri.
Cosa fare?
Già che siamo ottimi risparmiatori ci rimane solo imparare a pianificare. Una buona pianificazione prevede la suddivisione delle risorse finanziarie secondo le nostre esigenze allocando queste nell’impiego degli strumenti finanziari adeguati rispetto al tempo in cui si prevede il raggiungimento dei nostri obiettivi. Così facendo sarà molto più semplice incrementare il valore dei nostri soldi. Ciò detto è necessario definire obiettivi concreti e raggiungibili. E’ privo di senso voler raddoppiare il capitale nell’arco di 1 anno. Ciò è impossibile, a meno che non si è disposti a prendersi dei rischi, ricordando che investire significa avere metodo che nel tempo congruo dia un risultato positivo, altrimenti quello che stiamo facendo diventa una pura scommessa di gioco. Definiti gli obiettivi occorre capire appunto il tempo a disposizione nel quale il capitale DEVE essere investito. Qualora sia possibile, esaminare quale sia la probabilità che quel capitale possa essere riscattato prima del tempo necessario causa spese impreviste e pensare come agire nel caso questi eventi fortuiti accadono.
Se associassimo le esigenze ai corrispettivi orizzonti temporali potremmo individuare
Bisogni di breve termine (0 – 3 anni)
Bisogni di medio termine (3 – 7 anni)
Bisogni di lungo termine (7 – 15 anni)
Bisogni di lunghissimo termine ( oltre 15 anni)
Per i primi occorre destinare una parte del patrimonio finanziari in strumenti “monetari”, come conti correnti, depositi vincolati o strumenti obbligazionari di breve scadenza. Sono strumenti poco scarsamente remunerativi la cui unica funzione è quella di essere prontamente liquidabili per far fronte a necessità impreviste. Per le esigenze di medio termine può essere allocato una porzione di capitale investendo in obbligazionari a breve/media scadenza e/o mercati azionari con la consueta modalità di piano di accumulo di capitale, strategia efficiente ed efficace in grado di ridurre le oscillazioni dei prezzi e capace di ottenere un risultato soddisfacente nell’arco di 5 anni. Concludendo i bisogni per i quali richiedono un tempo ampio la scelta ottimale al fine di rendere trarre maggior valore data la disponibilità di tempo è quella di individuare mercati azionari diversificati, mediante sempre utilizzo di un piano di accumulo di capitale o attuando inserimenti graduali cogliendo le opportunità che tali mercati presentano periodicamente. Questo è solo un esempio di come può essere architettata una pianificazione che non deve mai scindere dalla relazione tra esigenze e tempo. In tal caso abbiamo assunto che sussista un capitale di partenza. In caso contrario è possibile iniziare ad accantonare una rata al fine di creare un capitale andando ad individuare le esigenze primarie, come la costituzione di una liquidità di sicurezza, passare poi ad un capitale che sia utile per esigenze di medio periodo per poi avanzare per i fabbisogni successivi.
Come deve comportarsi un risparmiatore per essere un investitore consapevole?
Per prima cosa iniziare prima possibile. I mercati, soprattutto quelli azionari diversificati, hanno due cose certe, le oscillazioni e una trend crescente. Prima l’investimento inizia, prima la magia dell’interesse composto darà i suoi frutti. Si veda l’immagine 2. Nel grafico sono riportati l’evoluzione degli investimenti di due diversi investitori che decidono di investire nello stesso mercato con un rendimento del 8% annuo, per lo stessa durata 40 anni ma con modalità di diverse. Il primo decide si da subito di investire 2.400€ ogni anno per i primi 10 anni, investendo un totale di 24.000€ (linea blu). Il secondo decide di aspettare e iniziare a versare a partire dal 10° per i 30 anni successivi lo stesso importo annuale di 2.400€ per un totale di 72.000€ (linea rossa). L’investitore “blu” a fine dei 40 anni capitalizza 377.884€ contro i 294.630€ dell’investitore rosso. Investendo un terzo dell’importo è riuscito ad ottenere un risultato nettamente maggiore. I numeri fanno impressione, si stenta a crederci. Non a caso per ottenere grandi risultati ci vuole TEMPO. Una buona regola per iniziare è quello di investire il 10% delle nostre entrate mensili.
Un’ altra buona regola è non credersi sapienti, anche quando possiamo vantare di tanta esperienza. I mercati sono imprevedibili, è molto facile farsi del male. La cosa più saggia che possa fare è saper cosa fare nei momenti peggiori. Una terza regola è associare il giusto tempo ai propri investimenti ed avere pazienza. Regola numero quattro, investi solo in quello che è facilmente comprensibile. Seppur quinta ma non meno importante è la DIVERSIFICAZIONE. Nel giusto tempo un investimento ben diversificato dà sempre risultati positivi! Non dimentichiamoci di informarci su ciò che stiamo facendo evitando di divenire ossessionati. Penultima regola è tenere a mente che stiamo investendo e non scommettendo. I nostri soldi sono importanti, meritano rispetto, per questo occorre che siano ben curati. La speculazione è ammessa, ma solo per piccole parti di portafoglio. Ultima regola ma essenziale, trovare la giusta guida, quella figura professionale, competente, che sappia essere razionale e che ti sappia affiancare in questo lungo viaggio.
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Cosa proviamo quando un investimento è in perdita o in guadagno? Psicologicamente a parità di importo la perdita ha un effetto maggiore sulla nostra mente rispetto ad una vincita (Si vedano gli studi del premio Nobel all’economia Daniel Kahneman). Se ci facciamo attenzione lo possiamo provare tutti giorni, tendenzialmente trovare 500€ non dà la stessa intensità di emozione come perderne altrettanti 500€. La perdita ci rimane più impressa, perdere fa più male. Kahneman è riuscito a quantificare attraverso una funzione che l’utilità della perdita vale il doppio della vincita.
I suoi studi hanno evidenziato che il valore soggettivo decresce per ogni unità vinta o persa in più. La nostra sensibilità è maggiore alla differenza tra 10 e 20 che tra 5.000 e 5.010, eppure son sempre 10 unità di differenza.
Facendo un esempio pongo un sondaggio svolto sul Il Sole24ore. Una volta letto provate subito a rispondere. Il quiz è il seguente:
“Lancio di una moneta. Quale alternativa preferisci?”
- 1.000 lanci consecutivi. Testa guadagno 15€. Croce perdo 10€.
- 500 lanci consecutivi. Testa guadagno 10€. Croce perdo 5€.
- 100 lanci consecutivi. Testa guadagno 8€. Croce perdo 1€
- 50 lanci consecutivi. Testa guadagno 5€. Croce non perdo niente.
Il 9% ha risposto B che avrebbe portato un ricavo medio di 1.250€, il 21% A con un guadagno medio 2.500€, 21% per C che frutterebbe in media 350€ e ben 49% la soluzione D che in 50 lanci in media ha un ritorno di 125€.
La maggioranza delle persone hanno scelto una soluzione “sicura” a scapito di altre più remunerative perché tendiamo a rifiutare un investimento che genera una momentanea perdita ma ha un rendimento significativamente maggiore a scapito di uno sicuro ma con un valore finale nettamente inferiore, per questo si dice che siamo avversi al rischio.
La paura è uno stato emotivo che cerca di prepararci all’azione portandoci ad un pensiero debole e poco flessibile alla realtà. La paura ci può indurre a compiere scelte inefficienti quando decidiamo la strategia di investimento e il panico, emozione successiva, fa sorgere l’esigenza di agire nell’immediato. Ad esempio quando gli investimenti hanno un repentino calo, il panico ci induce a uscirne senza analizzare le reali capacità di ripresa in funzione all’orizzonte temporale preposto. Oltre al timore siamo soggetti anche all’avidità. Anticipare le vincite attiva le parti celebrali della ricompensa, quelle che generano piacere allo stesso modo come accade col sesso, usufruire di beni lusso, il cioccolato eccetera. L’attivazione di queste aree può modificare la percezione del rischio. Ad esempio se un investimento molto rischioso genera un guadagno repentino e immediato inconsciamente ci induce a tentare di nuovo lo stesso senza curarsi delle probabilità di ottenere un profitto (Il cavallo nero domina il pony bianco).
Frequentemente capita che occorra prendere una decisione per gestire situazioni complesse in condizioni di incertezza. In tali occasioni applichiamo scorciatoie mentali che non sempre ci conducono alla migliore soluzione e in questo caso diventano trappole mentali. Conoscerle ci aiuta ad evitarle, perciò vediamone alcune:
1) Si tende a sovrastimare le probabilità di eventi importanti o noti: Generalmente si crede che il mercato azionario sia più rischioso di uno obbligazionario, siamo indotti a pensarlo perché fino ad oggi è stato sufficientemente remunerativo e stabile. Non siamo consapevoli che i fattori finanziari sono cambiati e che a causa delle news enfatizzate che ogni giorno vediamo nelle tv, tipo “borsa americana brucia X miliardi” associando il termine borsa al mercato azionario e lo crediamo più pericoloso (ricordiamo che siamo più sensibili alle perdite, difficilmente rimarremo stupiti a sentire “la borsa sale del 4%”). Prendiamo in considerazione la crisi post-covid. La maggior parte dei mercati azionari hanno recuperato ampiamente il calo mentre gli indici obbligazionari, quelli comunemente ritenuti più sicuri, hanno ancora della strada da fare. Le ragioni sono tante e complesse, ne approfondiremo prossimamente. Un altro esempio è quello di scegliere titoli più noti al nostro quotidiano. Uno studio ha dimostrato che 93% degli americani investono in azioni americane. Il 98% degli investitori giapponesi in aziende giapponesi e così via.. Coca Cola a sede ad Atlanta. Quante azioni detengono i cittadini di Atlanta? Ben il 16%!!!
2) La pigrizia razionale prevale : Kahneman denominò sistema 1 l’intuizione/l’inconscio (Il cavallo nero) la parte che induce operazioni rapide, automatiche, poco costose e difficili da controllare. Il sistema 2 la razionalità/il ragionamento, le cui azioni sono lente, costose in termini di fatica, governate da regole che possono essere apprese e quindi deliberatamente governabili. Nella vita ci occorrono entrambe, l’intuito e il ragionamento. Quanto bene facciamo dipende da come i due sistemi interagiscono e come la mente gestisce i loro conflitti. Sbagliamo quando davanti ad un problema si attiva il sistema 1 che, intuitivamente e senza alcuno sforzo consapevole, genera una risposta scorretta senza che questa venga corretta dal sistema 2. Tornando al quiz iniziale il sistema 1 sceglierebbe la soluzione D, mentre il sistema 2 se attivato porterà l’investitore a trarre il massimo profitto grazie alla razionalità.
3) In caso di vittoria analizza le circostanze che hanno aiutato e quando perdi medita agli errori: Tendenzialmente ci giustifichiamo in caso negativo e ci glorifichiamo se otteniamo qualcosa di positivo. Ciò accade anche quando investiamo. Anche il successo è dato dalle circostanze favorevoli. E’ vero anche che avere metodo e disciplina aumenta le probabilità di successo. Allo stesso modo se analizzassimo anche le cause di perdita sicuramente individueremo omissioni, errori o negligenze.
4) Ancoraggio: Spesso ci troviamo nella situazione di dover cambiare qualcosa di noto con altro di ignoto. In questi momenti la pigrizia e il timore che gli svantaggi siano superiori ci inducono a non agire, aspettare chissà quale magico cambiamento. Tale immobilismo minaccia la capacità di considerare seriamente alternative migliori che il mercato offre.
5) Meglio un uovo oggi che una gallina domani: Tendenzialmente gli individui preferiscono un guadagno sicuro e immediato piuttosto che uno maggiore, insicuro e in là nel tempo. Un semplice test di due domande chiede la preferenza di ricevere tra 1.000€ all’istante o 1.100€ tra una settimana e successivamente tra 1.000€ tra un anno o 1.100€ tra un anno e una settimana. La maggior parte delle persone risponde 1.000€ immediatamente e 1.100€ se l’attesa è comunque maggiore di un anno. Una persona che deve scegliere tra piaceri presenti che ci portano a costi immediati e benefici futuri sarà sempre tentata dalla gratificazione immediata che dalla forza motivazionale delle ragioni che ci porterebbero ad intraprendere un’azione lungimirante. Un po’ come la storia della cicala e la formica. La prima ti spinge al piacere immediato, la seconda ti invita ad agire razionalmente.
6) La legge dei piccoli numeri: Crediamo che quello che accade per piccole serie sia statisticamente valido per serie molto lunghe. Esaminando i mercati azionari in 130 anni di storia si verifica che un portafoglio azionario americano diversificato da sempre un risultato positivo al 95% in 10 anni, 100% se aumentiamo il tempo a 15 anni, con un rendimento medio tra il 6% - 8%. Mentre è chiaro che se consideriamo 2 anni la probabilità di guadagno è scarsissima. La nostra mente però tende a focalizzarsi sul breve, prende per buono quello che accade in quel scarso lasso di tempo e lo rende veritiero per tutti i casi.
7) Incapacità regressiva: Essere regressivi, nel gergo puramente statistico, significa dare le giuste probabilità agli eventi. La performance di una squadra che ha vinto la partita precedente sei a zero sarà peggiore o migliore nel caso in cui nella penultima partita avesse perso sei a zero. Questo perché i due risultati sono estremi e la probabilità che si ripetano è bassa. Allo stesso modo se un mercato azionario diversificato globale ha avuto un paio di performance annuali negative o poco positive è lecito attendersi che con buona probabilità gli anni successivi siano più profittevoli. “Siamo eccessivamente pessimisti per titoli e mercati che hanno male performato in passato e eccessivamente ottimisti per quelli vincenti nei tempi precedenti” (Rchard Thaler)
Ora che conosciamo le principali trappole mentali sapremo individuarle ogni qual volta si presenteranno in un processo di investimento. La consapevolezza ci aiuterà a gestirle, evitando di commettere errori indotti dall’emotività e l’irrazionalità. Come abbiamo detto la soluzione, per niente banale, è quella dell’attivazione della parte razionale della nostra mente, stimolata dal pensiero logico.
Il Dott. Mirko Avietti
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Care lettrici e cari lettori,
periodicamente a partire da oggi sarà mio piacere curare questa rubrica di informazione finanziaria. Forniremo informazioni, consigli e analizzeremo questioni finanziarie che ci coinvolgono nella vita quotidiana. Un’opportunità per accrescere quella conoscenza finanziaria al fine di migliorare la propria consapevolezza. Se si è consapevoli di ciò che accade intorno a noi e assieme con le giuste conoscenze è possibile intraprendere la migliore decisione per il proprio benessere, in questo caso per il benessere del patrimonio personale, familiare e aziendale.
“Un buon sistema di architettura delle scelte aiuta gli individui a perfezionare la propria capacità di mappare le decisioni, dunque scegliere le opzioni che possono accrescere il loro benessere. Per fare questo, un architetto delle scelte può cercare di rendere più comprensibili le informazioni sulle diverse opzioni, trasformando i dati numeri in unità che si traducono più facilmente in un uso effettivo” (Richard Thaler)
Questo è quello che svolgo ogni giorno, aiutare ad intraprendere le migliori azioni per rispondere alle esigenze finanziarie presenti e future . Laureato in Statistica e specializzato poi in Finanza e Gestione del Rischio presso l’Università degli Studi di Firenze, abilitato alla professione e iscritto all’Albo dei Consulenti Finanziari, oggi mi occupo di consulenza finanziaria per privati e aziende in Azimut Capital Management Spa.
Maggiori informazioni potete trovarle sul mio profilo professionale linkedin https://it.f54db463750940e0e7f7630fe327845e-gdprlock/in/mirkoaviettifinancialadvisor oppure direttamente chiamandomi al +39.338.6666230 o scrivendo a
Da oggi ha inizio un viaggio verso un nuovo rapporto con i propri risparmi. Un percorso che parte dalla conoscenza di se stessi. Infatti molto spesso sono le nostre emozioni nei confronti del denaro a condurci in decisioni errate. Come ogni viaggio ha una metà ben precisa perciò occorre avere un obiettivo ben definito, essere consapevoli di cosa vogliamo e perché lo facciamo. Solo dopo aver chiara la rotta conosceremo il territorio, il quale sicuramente presenterà insidie superabili grazie alla pianificazione, la metodologia e l’affiancamento di una guida esperta.
Da una rubrica finanziaria ci si aspetta un articolo che tratti un qualche strumento oppure una qualsiasi indicazione finanziaria. Non temete, arriveranno. Intraprendere il processo di gestione del patrimonio è, come detto precedentemente, un continuo viaggio nel quale siamo influenzati dalle nostre emozioni, che lo si voglia o no il denaro ci coinvolge emotivamente. E’ il mezzo con il quale soddisfiamo le nostre più importanti esigenze ed i nostri desideri più intensi. Le nostre emozioni vengono indotte dal nostro cervello, dunque è importante conoscere se stessi e come la nostra mente influenza le nostre decisioni. “Chi conosce se stesso è il più saggio degli uomini” (Socrate).
Nel corso del tempo vedremo ad esempio come sarà fondamentale per la buona riuscita di un investimento evitare di prendere la scelta sbagliata, spesso indotta da uno status emotivo. Per Platone la mente è un cocchiere che guida un carro trainato da due cavalli: uno, bianco, è un destriero da corsa elegante e ubbidiente che rappresenta le facoltà cognitive, la razionalità e la ragione. L’altro, nero, è un animale da tiro tozzo e riluttante, il quale esprime le passioni più primitive. Col passare del tempo e diversi studi della psiche umana il cavallo bianco è stato ridimensionato ad un piccolo pony, incapace di contrastare l’irruenza del compagno nero. David Hume pronunciò che “La ragione è sempre e solo schiava delle passioni” mentre Blaise Pascal “ IL cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”.
A dire il vero il cuore ha delle ragioni che la ragione deve saper utilizzare. Il cavallo bianco senza l’aiuto del compagno nero non riesce a fare il suo lavoro. Al tempo stesso ci accorgiamo che in ogni momento della vita quotidiana le emozioni possono portare a distorsioni sistematiche del processo decisionale. Il piccolo pony bianco ha bisogno dei suoi momenti di tranquillità, che possono essergli concessi solo se conosciamo come evitare le proprie trappole emotive. Per farlo è importante distinguere i processi automatici o controllati e tra passione e ragione. Gran parte della mente lavora in modo automatico. Esempi sono la respirazione oppure camminare parlando. Attività parallele, che si realizzano velocemente e con efficienza.
Sono processi parsimoniosi ed economici, ci costano poco ma non sono flessibili né facilmente controllabili. Mentre i processi controllati sono attivati deliberatamente, lavorano in serie, sono lenti e flessibili ma richiedono consapevolezza. Fare la somma di addendi è un’attività controllata. Ogni nostra decisione è un risultato dell’interazione tra le due tipologie di processi. In alcuni casi il processo automatico domina quello deliberato/controllato, è così veloce che elimina la ragione. Quando però questi divergano per obiettivi, ad esempio se la scelta è tra spendere soldi o risparmiarli per la pensione oppure fare un’abbondante cena o pensare alla nostra forma e salute, quasi sempre ad avere la meglio è l’emozione.
Nel prossimo articolo analizzeremo un po’ più nel dettaglio le emozioni e le trappole mentali che proviamo quando in ballo ci sono i nostri solidi. Conoscerle ci aiuterà a gestirle al meglio quando si presenteranno.
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