Dedicato a chi abita o vuole tornare a vivere in collina o in montagna
Pubblicità

Pochi, ma negativi (riferito al tampone) ci siamo ritrovati per celebrare la festa che tutte le feste porta via. Eravamo in quattro, in cucina. Sul fornello (sostituto non degno del fuoco nel camino) avevo poggiato le forme per fare i necci. Vivo a Roma e i romani non sanno che cosa siano, i necci. Così, per rendere solenne l’unica vera festa natalizia che io abbia mai davvero onorato fin da piccola – perché è quella della di-svelazione – ho trasformato l’incontro in una merenda nuova (per loro), occasione per parlare di cultura e tradizioni del territorio, assaggiando buone cose semplici.


Sul ripiano, vicino alla cucina a gas, troneggiava una ciotola con olio, un rametto di rosmarino e mezza patata cruda. In un’altra l’impasto “lento” di farina di castagne pronto a dare vita alla prelibatezza appenninica. La farina doc: rigorosamente prodotta con castagne dei boschi pistoiesi essiccate e molate sul luogo, regalo dell’amico Gianco che ora ci guarda dall’alto dei cieli.


Così, mentre ungevo le forme (vedi ricetta) e poi farcivo ogni singolo neccio caldo con la ricotta saporita e fresca del mio caciaro di quartiere – generando una specie di fusion tosco/romana – i miei amici, conquistati dal sapore “antico” di quella merenda – antico, così hanno detto - mi hanno confessato che stanno per lasciare l’urbe: vanno a vivere in montagna e lavoreranno da là (sono liberi professionisti). La mia anima giornalistica ha esclamato: vai, siete parte del 53% degli italiani che si sono stancati di vivere nelle metropoli, siete in tendenza. Poi li ho osservati con gli occhi dell ’amicizia e ho provato grande ammirazione.


Se ne parla molto di questa migrazione - Migrazioni 4.0 -, già da tempo. Se ne parla come si parla delle smart city – tendenza opposta, ma forse collegata – pensando di ragionare del futuro. Invece no. Si tratta del presente. Chi decide ora di trasferirsi a vivere in provincia, al mare, in collina o sui monti, fa una scelta solo in parte da pioniere: i casi aumentano. I vantaggi di farlo ora sono vari e s’intuiscono, a partire dal mercato delle abitazioni ancora accessibile. Poi chi lo sa. Quello che mi ha molto colpito dei miei amici – quarantenni, non ricchi semmai nella media, la media di questi tempi. – è la motivazione: nessun ripiego, nessuna delusione del vivere in città. Semplicemente la consapevolezza che oggi, 2022, ritrovare un ritmo più naturale, meno assillato dall’avere, più votato all’essere, li attrae. E hanno voglia di partecipare alla vita della comunità montana in cui si traferiranno, offrendo quel che sanno fare sia come professionisti sia come semplici persone.


Pubblicità


Abbiamo mangiato due necci a testa, bevuto una bella tisana (vino e castagne vanno poco d’accordo) condividendo il calore di un incontro.
In cucina, tra i crinali dei pensieri. Una bella Epifania.


La ricetta
Tratta dal libro Suite per un castagno di Raethia Corsini (Guido Tommasi Editore, 2020)

Necci con ricotta

  • Ingredienti per 5 Necci
  • 150 g di farina di castagne
  • 100-120 ml di acqua
  • una presa di sale
  • Olio evo
  • 1 rametto di rosmarino

Per la farcitura

300 g di ricotta di mucca o di pecora o di capra freschissima oppure 150 g di rigatino

Per la cottura

I testi o in alternativa una padellina antiaderente da 20 cm, o le piastre per le crepes


In una ciotola mettete un cucchiaio abbondant e di olio, aggiungete il rametto di rosmarino e lasciate in infusione. Setacciate la farina in un’altra ciotola per eliminare eventuali residui e per renderla molto fine. Aggiungete la presa di sale e un po' per volta l'acqua mescolando con una frusta per evitare che si formino i grumi. Potrebbe non essere necessario utilizzare tutta la quantità di acqua: aggiungetene fino a quando otterrete un impasto non troppo liquido, simile a quello delle crepes.

Riscaldate il supporto per la cottura (testi, padella o forme) ungetelo con poco olio aromatizzato al rosmarino, per farlo potrete aiutarvi con una patata tagliata a metà, infilzata con una forchetta che intingete nell’olio e poi la passate nel supporto di cottura: questo evita di mettere olio in eccesso e usare solo la quantità necessaria per aiutare l'impasto a non attaccarsi. Il neccio, infatti, non deve friggere ma solo "arrostire". Riempite 2/3 di un ramaiolo con l'impasto e versatelo nel supporto di cottura caldo, allargate bene l’impasto, fate cuocere 2-3 minuti a fiamma bassa da un lato e altri 2-3 dall'altro. Rovesciate il neccio su un piatto, farcitelo con un cucchiaio o due di ricotta, arrotolatelo e servite ben caldo.


Suite per un castagno. Con la lente dei ricordi di un’infanzia trascorsa in pieno contatto con la natura, l’autrice ci (ri)porta a quelle radici in un viaggio-memoir tra storie personali, letterarie, culinarie, fantastiche, prendendo come guida e punto di riferimento il castagno. Il suo castagno amico segreto d’infanzia.
Libro: https://www.guidotommasi.it/guido-tommasi-editore/catalogo/suite-per-un-castagno
Autrice: http://www.zippora.it

Raethia Corsini. Giornalista e scrittrice, nata a Milano per caso, è toscana doc da più di cinque generazioni, ha trascorso l’infanzia e buona parte dell’adolescenza sull’Appennino tosco emiliano. Scrive di luoghi, società, food per stampa cartacea, digitale e per web radio. Scrive testi per videoclip su temi sociali e ambientali



Pubblicità

Metropoli Rurali

AKB s.r.l.c.r
Loc Case Bezzi 30 - 51020 - Sambuca Pistoiese (PT)
P.iva/C.F. 01791770470

Contatti

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per l'invio dei comunicati stampa: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per la pubblicità su questo sito: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

AKB site

Metropolirurali.com - Logo