Abitare in montagna o in collina non è solo una scelta di buon senso per quanto concerne l'abbassamento dei costi delle abitazioni, il calo del traffico e l'aria infinitamente più pura: significa anche un maggiore contatto con la natura, un maggiore insegnamento da essa. Una lezione, quella della natura, che è molto preziosa per la vita di un uomo, ma che troppo spesso non viene ascoltata. Ne è un esempio lampante la vicenda dei 15 scout salvati domenica dal Soccorso Alpino nella zona del rifugio Montanaro, nel comune di San Marcello Piteglio, a circa 1800 metri di quota. L'obiettivo del gruppo era quello di raggiungere il rifugio Duca degli Abruzzi, ma una tormenta di neve gli ha sorpresi mentre stavano passeggiando con addosso la divisa estiva, fatta di camicia leggera e calzoni corti.
L'imprevedibilità della bufera non regge: il passaggio del fronte freddo (con annesse forti precipitazioni nevose fin sui 1300 metri) era ampiamente prevista dai modelli matematici già da alcuni giorni. Chiunque in montagna, sopra quella quota, avrebbe avuto a che fare con una giornata variabile, fredda, con probabili rovesci di neve. E invece, i capi-squadra hanno deciso di salire in montagna come stessero andando a fare una passeggiata in riva al mare nella bonaccia d'agosto. Risultato: una tragedia sfiorata, con quindici ragazzi infreddoliti di cui tre sull'orlo dell'ipotermia, frutto della superficialità con cui le guide scout hanno deciso di affrontare un percorso impervio a quota 1800. Una lezione della montagna inascoltata, che purtroppo non è risultata essere affatto l'unica.
La settimana prima in Trentino Alto Adige, su un lago di Braies ancora ghiacciato, quattordici persone sono cadute nell’acqua ghiacciata e undici sono rimaste ferite, alcune gravemente: un neonato è stato trasportato alla clinica di Innsbruck in condizioni critiche e solo il giorno successivo i medici lo hanno dichiarato fuori pericolo. Una follia collettiva di centinaia di persone che, nel pieno del disgelo di aprile, si sono avventurati in una pericolosissima passeggiata sul lago ghiacciato (ma di ghiaccio sottile!) ignorando oltretutto i numerosi cartelli presenti in loco. Anche in questo caso c'è stata una superficialità imperdonabile con la quale è stata affrontata la montagna che solo per miracolo non si è trasformata in tragedia.
Risiedere in montagna significa vivere la montagna, vivere la montagna significa capirla e rispettarla. Qualcosa che troppo spesso smettiamo di fare senza nemmeno accorgerci.